Sanremo, la seconda serata scorre senza intoppi
Impietoso, oltre ogni demerito di autori e conduttori, il freddo dato delle stime d’ascolto. Il Milan affrontava l’Atletico Madrid sugli schermi della concorrenza, e quello di ieri resta un risultato apprezzabile, ma già si affolla prevedibilmente la schiera di chi si candida a prendere, o a riprendere in mano l’organizzazione del Festival. È anacronistico e miope, in ogni caso, etichettare come insuccesso quello che resta il programma televisivo più interessante per i fruitori di social network e nuovi media.
Fabio Fazio e una quanto mai misurata Littizzetto hanno reso omaggio ancora una volta alla storia della televisione pubblica, dalle inossidabili gemelle Kessler a una commovente Franca Valeri. L’applauso più grande è andato a Claudio Baglioni. In un coming out collettivo, persino i più sofisticati critici della sala stampa si sono uniti cantando in coro i più grandi successi dell’interprete di Montesacro. La classe di Rufus Wainwright, viceversa, ha finito per scontare la tarda ora del suo ingresso in scena.
La gara delle canzoni è stata colpevolmente diluita, e i giovani sono stati ingenerosamente relegati dopo la mezzanotte. Tra i favoriti alla vittoria finale, emerge la candidatura di Noemi accanto a un Francesco Renga che, entrato papa, potrebbe uscire cardinale. Allegra e solare la proposta di Ron, conferma per Riccardo Sinigallia e Giuliano Palma e per le loro peculiari cifre stilistiche, non pervenuto l’ex Vibrazioni Francesco Sarcina. Renzo Rubino perde per strada quella «Per sempre e poi basta», interpretazione più intensa e forse più controversa della serata. Tra i giovani si arrendono Bianca e il romagnolo Filippo Graziani, mentre passano il turno Diodato e Zibba: l’esperto cantautore ligure potrebbe giocarsi la vittoria di categoria in un testa a testa con quel Rocco Hunt che vedremo debuttare questa sera sul palco dell’Ariston.
Eddy Anselmi