Il logo del convegno apre una riflessione che guarda oltre, sullo sfondo del colpo al cuore di Parigi nel nome di Allah di cui la matita è diventata il simbolo di una risposta forte. Un dialogo a più voci che parte dalla sintesi della satira, la cui immediatezza del messaggio è la somma di due poteri: parola e immagine. Si rincorrono ricordi e racconti sul mestiere di far ridere, sulla libertà di pensiero, sulla censura; matite graffianti di lungo corso come Vincino e Milazzo riflettono su una forma d'arte ormai segnata da un "prima" e un "dopo". La terza edizione del convegno 'Libera Stampa in Libero Stato' coincide con una normazione che regola la professione del giornalista e l' editoria: regole per evitare storture nell'impegno del neo presidente della Consulta Luca Salvatori, in un confronto che spazia dall'importanza della verifica ai rischi della sovrinformazione on-line, terreno fertile per la propaganda, al rapporto complicato tra giornalismo e diplomazia. Il richiamo antico all'esigenza della verità e del rispetto, la libertà e la verità non solo a garanzia dell'espressione ma come perno di pacifica convivenza, il rischio del 'politicamente corretto' che diventa un limite più della censura stessa. Più notizie non sono garanzia di più verità. Il silenzio a dare valore alla parola, togliendolo al chiacchiericcio.
Nel video l'intervista a Maurizio Crippa, Vicedirettore de "Il Foglio"
Mons. Andrea Turazzi, Vescovo di san Marino e Montefeltro
Sara Bucci
L'INTERVENTO DEL SEGRETARIO ALL'INFORMAZIONE IRO BELLUZZI
Porgo un saluto di benvenuto a tutti i presenti, in particolare voglio salutare e ringraziare tutti i graditi ospiti che con la loro presenza rendono già più ricca ed importante questa giornata di riflessione ed approfondimento.
Voglio rivolgere un saluto ed uno speciale ringraziamento a sua eccellenza il vescovo Andrea Turazzi cui mi lega un sentimento di grande stima che certamente darà un contributo come sempre significativo alle delicate tematiche che ci apprestiamo ad affrontare.
ieri come sapete si è celebrata la 22° giornata mondiale della libertà dell’informazione, e questa ricorrenza evoca direttamente le tematiche che ci apprestiamo a sondare e che stanno a cuore a tutti noi.
Tematiche che ci portano inevitabilmente a riflettere su tutta una serie di eventi che hanno recentemente segnato in maniera indelebile il nostro tempo condizionando purtroppo la stessa pace e la convivenza fra popoli di diverse culture e religioni.
Dopo Charlie Hebdo nulla può essere come prima.
Informazione, satira, forme di dialogo scritto o figurato sono state colpite con violenza inaudita, scuotendo le coscienze di tutti noi e obbligandoci a confrontarci con il tema della libertà di stampa di pensiero e d'informazione. Questo è capitato ai cittadini comuni e immagino si sia riverberato con maggiore forza su chi è occupato perchè lo fa di mestiere, a raccontare quotidianamente fatti notizie e a proporre spunti di riflessione attraverso la comunicazione per rendere, mi piace affermare, consapevole la collettività.
Permettetemi di ripercorrere brevemente le motivazioni che hanno condotto alla celebrazione di questo convegno sulla libertà di stampa che si tiene nella più antica repubblica del mondo, con una millenaria storia di democrazia e di libertà, così da essere una cornice perfetta per questa nostra chiacchierata sulla libertà.
Fino a pochi mesi fa però, nonostante la sua millenaria tradizione, il nostro ordinamento non annoverava alcuna regolamentazione che riguardasse il mondo dell’informazione, tanto meno la figura dell’operatore dell’informazione o il giornalista.
Il governo, preso atto della necessità di colmare questo vuoto normativa, mi ha affidato questo delicato compito, che ha necessitato, anche da parte mia uno studio ed una riflessione seria sulla tematica che andavamo a normare.
Ho iniziato così il percorso che ritenevo utile a proporre una normativa che rappresentasse al meglio la realtà sammarinese e nello stesso tempo, garantisse il mondo dell’informazione ed i suoi operatori.
Ho voluto anche porre l’attenzione sul cittadino che ha diritto ad essere informato e di poter conoscere la realtà dei fatti, ma anche di essere protetto a garantito nel caso divenisse esso stesso oggetto di informazione.
Il percorso di elaborazione del testo di legge ha coinciso con il primo convegno tenutosi il 3 maggio 2013 che è stato pensato per cercare un momento di dialogo e approfondimento con gli operatori di settore nella piena consapevolezza della delicatezza della materia.
Ho capito infatti immediatamente, nell’affrontare la materia, che si sarebbe il rischio che l’intervento venisse percepito come una minaccia, una minaccia di ledere un diritto sacrosanto sulla libertà di informare per questo ho dato lo spazio massimo al dialogo anche con i professionisti del mestiere.
La terza edizione del convegno "libera stampa in libero stato" che oggi intratteniamo, vede anche la Repubblica dotata di una normazione che regola la professione del giornalista e l’editoria.
Sono orgoglioso del lavoro fatto anche se non nascondo che è stato faticoso ed impegnativo anche alla luce del fatto che comunque il risultato di tale lavoro non è stato sempre bene accolto. Il testo è perfettibile certamente e vi è la piena disponibilità a valutare eventuali correttivi da apporre ove nell’applicazione pratica si evidenziassero delle anomalie ma era ormai ora di porre una regolamentazione in una materia così delicata e questa legge se ne è assunta l’onere.
Questo non è certo il momento né il luogo per trattare nello specifico il testo di legge che è stato approvato ma permettetemi di ricordare la previsione di una struttura determinante e qualificante, ossia la Consulta per l’informazione, che partecipata da tutti i professionisti dell’informazione compresi anche gli editori, rappresenterà, almeno nelle mie aspettative, il luogo di elaborazione di evoluzione del mondo dell’informazione sammarinese ed avrà l’importante compito di elaborare il codice deontologico dei professionisti dell’informazione.
Colgo a questo punto anche l’occasione per porgere le mie congratulazioni al giornalista Luca Salvatori eletto presidente della consulta per l’informazione.
Regole deontologiche ed etiche che dovrebbe essere introitate in chi opera nel campo dell’informazione che sa bene quello che fa e a ciò che rischia; si pensi a tutti coloro che per la ricerca della verità o per dare una voce a chi non l’avrebbe avuta, ha sacrificato la propria vita restando a volte anche vittima sui campi di battaglia.
Stessa consapevolezza della serietà del compito che svolge e delle regole da rispettare ha di certo il professionista che quotidianamente è impegnato nella corretta trasmissione delle notizie dei fatti quotidiani. Anche tale funzione è essenziale per la diffusione della conoscenza e per la coscienza critica della popolazione, fondamentale baluardo a garanzia della democrazia, in contrapposizione con chi utilizza la “stampa“ come strumento di propaganda, di disinformazione che in taluni casi sfiora o tratteggia disegni sovversivi.
Proprio per difendere la società e gli stessi professionisti dalle storture c’è bisogno di regolamentare la materia.
Una informazione corretta rappresenta una fortificazione della democrazia. Proprio contro l’informazione e la conoscenza dei fatti nel passato e nel presente si sono alzati gli strali, di chi vuole sovvertire un sistema democratico, di chi mosso da interessi ignobili è arrivato fino all’eliminazione di quei professionisti che mossi dalla ricerca della verità sono stati invece azzittiti per sempre, basta ricordare i casi nostrani Marrazzo, Impastato o Ilaria Alpi.
Naturalmente non possiamo dimenticare anche perché molto vicini nel tempo gli attacchi dell’estremismo islamico contro la libertà di pensiero e di espressione, generatori di devastazione, di una intransigenza e una chiusura verso l’altro che credevamo essere figli di un altro secolo.
Mi rendo conto che molti dei temi brevemente accennati possono essere considerati per questa assemblea come considerazioni banali e forse un po’ scontate, ma fin quando accadranno fatti che hanno ad oggetto azioni contro la libertà di pensiero e di stampa vale la pena ribadire certi concetti e un sentimento di disgusto e sdegno verso questi vili attacchi.
Gli eventi a cui abbiamo assistito sono stati perpetrati per interrompere la comunicazione, il dialogo, ritengo che uno dei modi per poter sconfiggere la violenza possa essere il confronto e l’ascolto fra esperienze, culture e religioni.
Sono sempre più convinto che nostra piccola Repubblica per la propria storia, possa essere il luogo ideale per tali confronti.
Ritengo inoltre che come paese non possiamo disimpegnarci affinchè non si arrivi ad una soluzione alle tante controversie che quotidianamente sconvolgono terre ed intere popolazioni.
Non avendo la forza e le dimensioni per poter intervenire direttamente, ci dobbiamo fare promotori di contatti fra le genti, dobbiamo sempre più spenderci perché si possa divenire luogo facilitatore del dialogo e del confronto.
Concludo questo mio breve intervento innanzi tutto augurando un proficuo lavoro a tutti i presenti, sperando che dalle matite spezzate, disegnate sul manifesto dell’evento, si involino messaggi che la violenza non possa fermare, continuando a vivere in tutti coloro che li hanno, letti visualizzati ascoltati.
Nel video l'intervista a Maurizio Crippa, Vicedirettore de "Il Foglio"
Mons. Andrea Turazzi, Vescovo di san Marino e Montefeltro
Sara Bucci
L'INTERVENTO DEL SEGRETARIO ALL'INFORMAZIONE IRO BELLUZZI
Porgo un saluto di benvenuto a tutti i presenti, in particolare voglio salutare e ringraziare tutti i graditi ospiti che con la loro presenza rendono già più ricca ed importante questa giornata di riflessione ed approfondimento.
Voglio rivolgere un saluto ed uno speciale ringraziamento a sua eccellenza il vescovo Andrea Turazzi cui mi lega un sentimento di grande stima che certamente darà un contributo come sempre significativo alle delicate tematiche che ci apprestiamo ad affrontare.
ieri come sapete si è celebrata la 22° giornata mondiale della libertà dell’informazione, e questa ricorrenza evoca direttamente le tematiche che ci apprestiamo a sondare e che stanno a cuore a tutti noi.
Tematiche che ci portano inevitabilmente a riflettere su tutta una serie di eventi che hanno recentemente segnato in maniera indelebile il nostro tempo condizionando purtroppo la stessa pace e la convivenza fra popoli di diverse culture e religioni.
Dopo Charlie Hebdo nulla può essere come prima.
Informazione, satira, forme di dialogo scritto o figurato sono state colpite con violenza inaudita, scuotendo le coscienze di tutti noi e obbligandoci a confrontarci con il tema della libertà di stampa di pensiero e d'informazione. Questo è capitato ai cittadini comuni e immagino si sia riverberato con maggiore forza su chi è occupato perchè lo fa di mestiere, a raccontare quotidianamente fatti notizie e a proporre spunti di riflessione attraverso la comunicazione per rendere, mi piace affermare, consapevole la collettività.
Permettetemi di ripercorrere brevemente le motivazioni che hanno condotto alla celebrazione di questo convegno sulla libertà di stampa che si tiene nella più antica repubblica del mondo, con una millenaria storia di democrazia e di libertà, così da essere una cornice perfetta per questa nostra chiacchierata sulla libertà.
Fino a pochi mesi fa però, nonostante la sua millenaria tradizione, il nostro ordinamento non annoverava alcuna regolamentazione che riguardasse il mondo dell’informazione, tanto meno la figura dell’operatore dell’informazione o il giornalista.
Il governo, preso atto della necessità di colmare questo vuoto normativa, mi ha affidato questo delicato compito, che ha necessitato, anche da parte mia uno studio ed una riflessione seria sulla tematica che andavamo a normare.
Ho iniziato così il percorso che ritenevo utile a proporre una normativa che rappresentasse al meglio la realtà sammarinese e nello stesso tempo, garantisse il mondo dell’informazione ed i suoi operatori.
Ho voluto anche porre l’attenzione sul cittadino che ha diritto ad essere informato e di poter conoscere la realtà dei fatti, ma anche di essere protetto a garantito nel caso divenisse esso stesso oggetto di informazione.
Il percorso di elaborazione del testo di legge ha coinciso con il primo convegno tenutosi il 3 maggio 2013 che è stato pensato per cercare un momento di dialogo e approfondimento con gli operatori di settore nella piena consapevolezza della delicatezza della materia.
Ho capito infatti immediatamente, nell’affrontare la materia, che si sarebbe il rischio che l’intervento venisse percepito come una minaccia, una minaccia di ledere un diritto sacrosanto sulla libertà di informare per questo ho dato lo spazio massimo al dialogo anche con i professionisti del mestiere.
La terza edizione del convegno "libera stampa in libero stato" che oggi intratteniamo, vede anche la Repubblica dotata di una normazione che regola la professione del giornalista e l’editoria.
Sono orgoglioso del lavoro fatto anche se non nascondo che è stato faticoso ed impegnativo anche alla luce del fatto che comunque il risultato di tale lavoro non è stato sempre bene accolto. Il testo è perfettibile certamente e vi è la piena disponibilità a valutare eventuali correttivi da apporre ove nell’applicazione pratica si evidenziassero delle anomalie ma era ormai ora di porre una regolamentazione in una materia così delicata e questa legge se ne è assunta l’onere.
Questo non è certo il momento né il luogo per trattare nello specifico il testo di legge che è stato approvato ma permettetemi di ricordare la previsione di una struttura determinante e qualificante, ossia la Consulta per l’informazione, che partecipata da tutti i professionisti dell’informazione compresi anche gli editori, rappresenterà, almeno nelle mie aspettative, il luogo di elaborazione di evoluzione del mondo dell’informazione sammarinese ed avrà l’importante compito di elaborare il codice deontologico dei professionisti dell’informazione.
Colgo a questo punto anche l’occasione per porgere le mie congratulazioni al giornalista Luca Salvatori eletto presidente della consulta per l’informazione.
Regole deontologiche ed etiche che dovrebbe essere introitate in chi opera nel campo dell’informazione che sa bene quello che fa e a ciò che rischia; si pensi a tutti coloro che per la ricerca della verità o per dare una voce a chi non l’avrebbe avuta, ha sacrificato la propria vita restando a volte anche vittima sui campi di battaglia.
Stessa consapevolezza della serietà del compito che svolge e delle regole da rispettare ha di certo il professionista che quotidianamente è impegnato nella corretta trasmissione delle notizie dei fatti quotidiani. Anche tale funzione è essenziale per la diffusione della conoscenza e per la coscienza critica della popolazione, fondamentale baluardo a garanzia della democrazia, in contrapposizione con chi utilizza la “stampa“ come strumento di propaganda, di disinformazione che in taluni casi sfiora o tratteggia disegni sovversivi.
Proprio per difendere la società e gli stessi professionisti dalle storture c’è bisogno di regolamentare la materia.
Una informazione corretta rappresenta una fortificazione della democrazia. Proprio contro l’informazione e la conoscenza dei fatti nel passato e nel presente si sono alzati gli strali, di chi vuole sovvertire un sistema democratico, di chi mosso da interessi ignobili è arrivato fino all’eliminazione di quei professionisti che mossi dalla ricerca della verità sono stati invece azzittiti per sempre, basta ricordare i casi nostrani Marrazzo, Impastato o Ilaria Alpi.
Naturalmente non possiamo dimenticare anche perché molto vicini nel tempo gli attacchi dell’estremismo islamico contro la libertà di pensiero e di espressione, generatori di devastazione, di una intransigenza e una chiusura verso l’altro che credevamo essere figli di un altro secolo.
Mi rendo conto che molti dei temi brevemente accennati possono essere considerati per questa assemblea come considerazioni banali e forse un po’ scontate, ma fin quando accadranno fatti che hanno ad oggetto azioni contro la libertà di pensiero e di stampa vale la pena ribadire certi concetti e un sentimento di disgusto e sdegno verso questi vili attacchi.
Gli eventi a cui abbiamo assistito sono stati perpetrati per interrompere la comunicazione, il dialogo, ritengo che uno dei modi per poter sconfiggere la violenza possa essere il confronto e l’ascolto fra esperienze, culture e religioni.
Sono sempre più convinto che nostra piccola Repubblica per la propria storia, possa essere il luogo ideale per tali confronti.
Ritengo inoltre che come paese non possiamo disimpegnarci affinchè non si arrivi ad una soluzione alle tante controversie che quotidianamente sconvolgono terre ed intere popolazioni.
Non avendo la forza e le dimensioni per poter intervenire direttamente, ci dobbiamo fare promotori di contatti fra le genti, dobbiamo sempre più spenderci perché si possa divenire luogo facilitatore del dialogo e del confronto.
Concludo questo mio breve intervento innanzi tutto augurando un proficuo lavoro a tutti i presenti, sperando che dalle matite spezzate, disegnate sul manifesto dell’evento, si involino messaggi che la violenza non possa fermare, continuando a vivere in tutti coloro che li hanno, letti visualizzati ascoltati.
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