Non è stato facile cambiare le proprie abitudini, vale per gli adulti ma soprattutto per i bambini. Dopo i mesi più duri di lockdown e didattica a distanza, tornando sui banchi di scuola, i più piccoli hanno imparato nuove regole che però hanno messo in “pausa” molti aspetti fondamentali della loro socialità. Una modalità di fare scuola necessaria per limitare i contagi ma certamente non completa per la loro formazione.
"Molti bambini, soprattutto quelli del primo ciclo - spiega Arianna Scarpellini, dirigente delle scuole elementari - hanno conosciuto solo questa modalità di fare scuola che non è una modalità completa ed esaustiva. I bambini per loro caratteristica hanno una grande capacità di adattarsi ai cambiamenti sia positivi che negativi. Il bambino, anche più dell'adulto, si adatta in fretta e in questo c'è stato un grande supporto da parte degli insegnanti che non vengono chiamati solo ad assolvere un compito educativo e didattico ma anche a compiti talvolta sanitari o di supporto psicologico".
L'adattamento porta però a ripercussioni. Dai più piccoli ai preadolescenti, spiega la dirigente scolastica, assistiamo a forti manifestazioni di disagio e proprio per questo la scuola sta lavorando a misure e progetti per contrastare le difficoltà.
"Il 22 novembre - aggiunge Arianna Scarpellini - ci sarà una conferenza stampa organizzata dalle Segreterie Istruzione e Sanità proprio per spiegare che cosa la scuola sta organizzando per fronteggiare questo disagio dei bambini".
Nel servizio l'intervista a Arianna Scarpellini (Dirigente Scuole Elementari)