Scuole: primo giorno di didattica a distanza per le Superiori
Il Preside spera nell'alternanza aula-casa mentre il Segretario all'Istruzione anticipa: "Si ragiona su modalità differenti, ma mancano i numeri per renderlo possibile"
Primo giorno di didattica a distanza alle Superiori. Scelta che ha scatenato non poche reazioni: proteste delle famiglie, indignazione sul web e una polemica politica che corre sulle nuove misure e sulle cifre dei contagi. Il preside delle Superiori, Giacomo Esposito, fornisce gli ultimi numeri. Sabato nel suo istituto erano cinque i ragazzi positivi, con tre classi in quarantena. “Non si è mai verificato alcun focolaio”, precisa Esposito che parla della sua scuola come di “uno degli ambienti più sicuri contro la diffusione del contagio”.
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Il preside spera in un'alternanza tra didattica in presenza e a distanza, con l'idea di far tornare in aula gli studenti di prime e quinte, prevedendo turni per gli altri. Già da inizio anno, sottolinea, sono state adottate “misure precauzionali a tutela della salute dei ragazzi” e non intende far mancare il proprio contributo. Ma con la dad, avverte, gli studenti troveranno la socialità in altri luoghi non controllati come è invece la scuola.
Intanto, gli alunni si dividono. L'Associazione studentesca fa sapere che le quinte spingono per tornare in aula, visto l'esame di Stato, mentre altri sono favorevoli alla didattica a distanza per le tre settimane previste. Il Segretario all'Istruzione accoglie le proposte con favore e assicura collaborazione continua con i dirigenti scolastici. "Per le Superiori - anticipa Andrea Belluzzi - stiamo ragionando se passare a modalità differenti. La volontà c'è, ma mancano i numeri per renderlo possibile". Da un'analisi, emerge che, dall'inizio dell'anno scolastico a oggi, la percentuale degli alunni di elementari e medie risultati positivi è solo il 3,5% circa del totale.
Nel servizio, l'intervista ad Andrea Belluzzi, segretario di Stato all'Istruzione
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