Prima un minuto di silenzio, poi l’incitazione. “Se non ora, quando?”. “Adesso”, ha risposto la piazza. E non solo piazza del Popolo. Alla grande kermesse per la dignità delle donne hanno aderito più di 230 città italiane ed una trentina di località straniere. Per dire no al ‘modello unico’, alla superficialità. Un invito gridato, sull’onda del Ruby-gate, da giovani, meno giovani, precarie, madri, ma anche da tantissimi uomini. Piazze gremite, chiassose, festose, decise. Una folla oltre ogni attesa, una marea di sciarpe bianche e nessun simbolo politico come chiesto dalle organizzatrici. Ma un invito ha unito idealmente tutte le piazze: “Berlusconi, dimettiti”. A Roma un gruppo di manifestanti si è staccato dal corteo principale ed ha manifestato sotto Montecitorio, da dove è stato fatto allontanare dalle forze dell’ordine. A Rimini, la città natale di Nicole Minetti, più di un migliaio di persone ha riempito piazza Cavour. Musica, letture interventi e video. In piazza per restituire la dignità al paese. “Perché la dignità delle donne - ha ricordato il Comitato “Se non ora quando” - è la dignità della nazione”.
Sara Bucci
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