Il Segretario Macina replica alle critiche della Gazzetta di Modena
E’ stata la Gazzetta di Modena a riportare la notizia della frode fiscale che avrebbe portato ad occultare in conti bancari sammarinesi 57 milioni di euro, sottolineando che “questo fiume di denaro passato nell’ombra, è finito a gonfiare alcuni conti bancari di San Marino sotto lo scudo di accordi internazionali che non prevedono le rogatorie fiscali”.
"Così non è - ribadisce il Segretario alle finanze -. In caso di reato ci sono rogatorie e scambio di informazioni ma - sottolinea - le contestazioni devono essere reali". La questione è all’esame del Governo che non ci sta a subire passivamente accuse e contestazioni di questo tipo.
Intanto emergono nuovi particolari dell’operazione della Finanza ‘Ghost contract’, raccontata ieri dalla Gazzetta, e che si è conclusa con la denuncia di 25 persone per associazione a delinquere e frode fiscale, con il conto delle tasse e delle imposte aggirate. 21 le società coinvolte.
Le indagini hanno portato alla luce una rete puntellata di teste di legno: 23 prestanome attraverso cui due mantovani governavano le aziende coinvolte nel giro dei subappalti fantasma e delle false fatture.
Il meccanismo scattava quando una delle 11 società specializzate nella costruzione di grandi opere industriali si assicurava un lavoro. In cantiere lo portava a termine - e bene - con i suoi operai, ma sulla carta segnava invece numerosi sub-affidi dalle società consorelle. Un espediente per alleggerire sia il debito di imposta che la base su cui calcolare le tasse.
La società che emetteva le fatture fittizie a sua volta ne riceveva per importi simili da un altro ingranaggio del meccanismo, in una catena di quattro o cinque anelli sino ad arrivare, il più delle volte, a ditte fantasma.