La segreteria all'Istruzione sugli insegnanti di religione
L’insegnamento della religione è da anni al centro di un approfondito dibattito. L’evoluzione ha portato la scuola sammarinese a compiere passi molto importanti, tanto che l’antica tendenza connessa alla “diffusione della dottrina” è stata definitivamente abbandonata. Oggi l’insegnante di religione ha il dovere di formare gli studenti mirando al superamento d’ogni forma d’intolleranza e di fanatismo nel rispetto di chi professa altre religioni. Si tratta per tanto di un insegnamento aperto a tutti, non confessionale, ma con un approccio schiettamente culturale al fenomeno religioso in generale e alla tradizione cristiana in particolare in quanto elemento caratterizzante la cultura del nostro Paese. L’insegnamento della religione nella scuola a San Marino viene gestito da personale scelto dalla graduatoria, avente titolo di studio specifico (laurea in teologia o similari) e solo dopo aver conseguito apposito corso di idoneità alla pari di ogni altro docente. Unico elemento di difformità con le altre designazioni resta il diritto della Diocesi di verificare annualmente il mantenimento dei criteri di idoneità. Per questo motivo tali insegnanti non sono mai stati inseriti di diritto fra il corpo docente stabile mantenendo lo status di precarietà. La questione si protrae da più di un decennio e nessun atto istituzionale è intervenuto per riconoscere per lo meno i diritti essenziali di questi lavoratori. La Segreteria di Stato all’Istruzione si è attivata in tempi rapidi prevedendo fra l’altro l’indicazione di ridisegnare l’accordo con la Santa Sede sulla base dell’evoluzione culturale intervenuta dagli anni ’90 ad oggi e ha ottenuto dal governo l’unanime consenso di procedere all’accordo con la Diocesi. L’obiettivo è quello di rendere tale insegnamento sempre più corrispondente alle moderne esigenze di una società in cui la diversità rappresenta un valore importante. L’ora di religione sta assumendo in questa nuova dimensione un significato del tutto particolare capace di favorire il dialogo interculturale, basilare per i processi di pace e di nuova convivenza nella società multietnica. “Pacta sunt servanda” scrive giustamente la Diocesi. La comunità di San Marino non può sottrarsi certo da questo impegno.
Comunicato stampa
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