Sentenza Banca del Titano: la soddisfazione dei difensori. Prescrizione pressoché certa
Cinque anni e mezzo per un processo da rifare, quello che coinvolge – era il 2006 - la prima banca commissariata a San Marino. Si dovrebbe ripartire dalla fase istruttoria, stando alla sentenza di secondo grado - ancora non è noto il dispositivo - ma di fatto, la prescrizione è pressoché certa. Il giudice David Brunelli decreta la nullità delle condanne in primo grado per l’ex direttore di Banca del Titano, Adriano Pace e i due clienti, Maurizio Frezza e Stefano Marangoni. Ed è proprio il legale di quest’ultimo, Maria Selva a dire: “Siamo contentissimi, per una sentenza che ha accolto in pieno una delle motivazioni del nostro ricorso in appello, riconoscendo la non corrispondenza fra condanna di primo grado e capo d’accusa”. Da parte sua anche una certezza: “La prescrizione è inevitabile”.
Rincara Luigi Lonfernini, legale dell’ex direttore dell’istituto, Adriano Pace: “Secondo la mia interpretazione il reato era prescritto già da tempo, addirittura antecedente il primo grado”. E ribadisce la sua linea: “Il dissesto della banca non è dovuto alla condotta di Paci. Banca del Titano, già dalla sua costituzione, aveva un capitale sociale polverizzato. Non avrebbe dovuto operare sin dal 2000, se le istituzioni avessero fatto il loro dovere nei controlli”. Prescrizione, dunque, nessuna risposta, per una vicenda dal peso simbolico, e tornano alla mente le dichiarazioni ai nostri microfoni del legale di Frezza, Amos Benni, dopo la sentenza di primo grado: “Un processo particolare: già a priori non si configura il reato di truffa, mentre si può configurare un processo sotto l’aspetto politico”.
Annamaria Sirotti