Sgominata organizzazione dedita allo sfruttamento della prostituzione
L’organizzazione operava soprattutto in Riviera, tra Cattolica e Bellaria. Gli arresti sono stati effettuati al residence I Girasoli a Torre Pedrera, all’hotel Moderno di fronte alla stazione di Rimini e in una casa privata in centro.
In carcere è finito un gruppo di albanesi e romeni, accusati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione e dell'immigrazione clandestina. Alcuni di loro debbono rispondere anche di sequestro di persona, rapina, violenza e lesioni personali. Durante le fasi dell'operazione, denominata 'Free ways', è stato compiuto anche un altro fermo di polizia giudiziaria, anche in questo caso per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
La banda di albanesi e rumeni, come hanno appurato le indagini della Mobile riminese, diretta da Sabato Riccio, sfruttava un vasto giro di ragazze, circa una cinquantina, soprattutto di nazionalità romena, ma anche bulgara. Il gruppo agiva non solo su tutto il territorio riminese, da Bellaria a Cattolica, ma aveva ramificazioni anche in altre province, in particolare Pescara, Ancona, Ravenna e Venezia. Uno degli arresti è stato compiuto proprio nel capoluogo veneto, un altro a Padova e un terzo a Pescara.
L’esito dell'operazione, durante la quale sono stati sequestrati anche contanti e armi, è stato illustrato in una conferenza stampa in questura tenuta dal dirigente della mobile, Sabato Riccio. Don Benzi, uomo simbolo della lotta alla prostituzione, ha voluto congratularsi personalmente con gli agenti e con i magistrati della procura riminese, per l’ottimo risultato ottenuto in questo blitz che ha consentito di arrestare diversi sfruttatori che non esitavano a costringere le giovani ragazze a prostituirsi, anche con la violenza.