Si aggrava la posizione dell’imprenditore riminese arrestato per bancarotta fraudolenta lo scorso luglio
Quote e partecipazioni societarie per un importo di oltre 100 mila euro, 6 vetture di grossa cilindrata, cinque quadri di valore, beni immobili ed attrezzature tecniche di due società. E’ solo una parte di quanto la Guardia di Finanza di Rimini ha sequestrato nell’ambito di una indagine che lo scorso 12 luglio portò all’arresto di un imprenditore riminese, E.R. le iniziali. L'accusa era di bancarotta fraudolenta aggravata dal fatto che limprenditore fece distruggere le scritture contabili delle società che amministrava in modo da non rendere ricostruibile il movimento d’affari. Parte di quel patrimonio, hanno accertato in un secondo tempo le Fiamme Gialle, sarebbe finito nelle casse di una srl amministrata dalla convivente dell'imprenditore e dunque null’altro che un allungamento delle due famose società fallite. Sono pertanto partiti i sequestri, dopo controlli che hanno portato la Guardia di Finanza in quattro regioni, con un modus operandi che è una novità: mobili ed immobili potranno in parte risarcire i numerosi creditori vittime del giro d’affari dell'uomo. Con lo stesso fine gli inquirenti ipotizzano una rogatoria per accertare che l’imprenditore non abbia depositato liquidi a San Marino.
Sara Bucci
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