Siccità: si torna a parlare di approvvigionamento idrico e bacino imbrifero, tra proposte e inviti ad agire

Con l'emergenza acqua anche quest'anno torna alta l'attenzione su siccità e approvvigionamento idrico. Tema inserito nel programma di Governo, che pone come prioritaria la riduzione della dipendenza idrica ed energetica dall'esterno. “Da subito – si legge - sarà necessario definire un piano strategico di approvvigionamento di elettricità ed acqua, anche attraverso investimenti in energie rinnovabili in Repubblica e fuori territorio, e verificando la reale possibilità di costruire infrastrutture per la captazione e l'accumulo delle risorse idriche”.

Proprio ieri se n'è parlato in Consiglio. A sollevare il problema Matteo Casali di RF, che sollecita un approfondimento sulla realizzazione di “un invaso artificiale sul torrente San Marino in località Gorgascura”, mentre Giovanni Zonzini di Rete propone una società controllata dallo Stato che possa raccogliere capitali per investire in ambito energetico e idrico. Quello dell'acqua è tema cruciale anche per il settore agricolo, sottolinea Aida Selva del PDCS, che guarda al recupero degli invasi del territorio.

Questione annosa: ogni legislatura si propone di agire, salvo poi scontrarsi con cifre rilevanti e fermarsi ai proclami. Casali condivide con l'Aula lo stato degli studi tecnici in materia, con costi che variano dai 48 ai 130 milioni. Dall'intervento ne deriverebbero, però, grandi benefici. Occorre varare al più presto – dice - gli strumenti di governo colpevolmente mai adottati. In particolare il Piano di gestione e tutela delle acque. Le parole chiave sono approvvigionamento, riuso e risparmio".

Interpellato da RTV in merito al progetto del bacino imbrifero, il direttore dell'AASS Raoul Chiaruzzi spiegava, qualche settimana fa, che da un punto di vista di volume, se integrato anche con l'acqua proveniente dalle fonti estere, c'è possibilità che un bacino possa dare autonomia al Paese. Ma non sfruttando l'area di Gorgascura, a causa di problemi geologici significativi. In risposta il geologo Fabio Pedini rimarcava come invece Gorgascura fosse l’unica e ultima possibilità di poter realizzare un bacino-invaso del torrente San Marino con costi accettabili. Chiarendo che “problemi collegabili alla geologia non ce ne sono, o sono comunque risolvibili”.

La decisione, ancora una volta, è nelle mani della politica. Sono trascorsi ben 106 anni da quando Pietro Franciosi scriveva della necessità di sfruttare il bacino di Gorgascura per essere indipendenti. Lo faceva notare, un anno fa, Augusto Casali, confidando nelle elezioni e nel nuovo Governo. Che oggi c'è. E che dovrà decidere se e come agire.

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