Dall’inizio dell’anno fino alla fine di luglio sono state effettuate 107 ispezioni su tutte le attività che si occupano di produzione, commercializzazione e somministrazione di alimenti e bevande. 44 quelle sanzionate. Un numero in linea con gli anni passati, fatta eccezione per il 2014, che ha visto solo 26 attività non in regola. Migliora l'attenzione alla pulizia degli ambienti. Qualche problema in più lo crea, invece, la conservazione degli alimenti. Quest'anno ci sono stati due casi di intossicazione, in un bar e in un ristorante. Alle tante attività di controllo alimentare programmate ad inizio anno si affiancano anche interventi non pianificati. Si tratta di “allerta rapido”, un meccanismo di comunicazione in tempo reale, essenziale nella valutazione dei rischi per il consumatore. E' un sistema comunitario, una rete europea in cui è inserito anche San Marino. Se c'è una partita di prodotti pericolosi introdotti nel circuito di vendite, chi è interessato viene avvertito celermente. Nel primo semestre sono stati 29 i casi di allerta rapido in Repubblica. Tre mesi fa il caso più significativo: il ritiro dal mercato di confezioni di salmone. Solo una volta l'allarme è partito dal nostro paese. E' successo nel 2011 per un integratore alimentare prodotto in Repubblica. “In campo alimentare c'è la massima trasparenza – spiega il responsabile del dipartimento igiene alimentare Antonio Putti. La rete dal punto di vista sanitario è fitta”. Ci sono norme europee da recepire, come quella sull'etichettatura. Era stato concesso un periodo di adeguamento. Da quest'anno A San Marino la norma è in vigore.
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