Una semplice fotografia non basterà più. Troppo grande la minaccia del terrorismo internazionale per non predisporre le più severe procedure di sicurezza. La novità sta in un microprocessore: all’interno del quale sono indicate le caratteristiche morfologiche del viso della persona. Larghezza del naso, delle labbra, forma dell’ovale e così via: tutte caratteristiche che permettono di verificare – senza possibilità d’errore - la corrispondenza tra l’intestatario del passaporto e la persona che effettivamente si presenta alla frontiera. San Marino sarà tra i primissimi Paesi in Europa ad adottare questa misura anti-crimine. Già da questa estate sarà possibile farsi inserire il microchip all’interno del documento. La decisione ha anche una valenza strettamente pratica perché - dal 26 ottobre in poi – chi vorrà recarsi negli Stati Uniti, senza essere munito di speciale passaporto con dati biometrici digitali, dovrà necessariamente chiedere il visto: una procedura costosa e che prevede lunghi tempi d’attesa. Il dipartimento affari esteri e l’ufficio passaporti sono già pronti per questa piccola rivoluzione. Il microchip è inoltre predisposto per l’inserimento di altri dati fisici personali, come le impronte digitali: dati che potrebbero essere richiesti – in un prossimo futuro – dall’Unione Europea.
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