Colpevole di cercare di gestire gli appalti in maniera limpida, di gridare contro il racket delle estorsioni, di licenziare la moglie del boss assunta dal Comune perché risultava "nullatenente", nel 2003, la polizia scoprì che volevano ammazzarlo durante la processione dell’8 dicembre: per farlo fuori avevano chiamato addirittura un killer lituano. Ma le prove non erano abbastanza forti e il sicario venuto dall’Est fu estradato e basta.
La Segreteria di Stato per la Giustizia, insieme alla Fondazione Caponnetto, lo hanno voluto a San Marino per parlare di legalità e lotta al crimine organizzato.
“Una scelta -spiega il responsabile politico della giustizia Ivan Foschi- che vuole dare valore istituzionale alla legalità, che significa riconoscersi nel principio che l’esercizio della libertà deve fondarsi sul rispetto della legge”.
Rosario Crocetta ha raccontato ai sammarinesi e agli studenti delle superiori che la mafia non è solo un fenomeno criminale, che non agisce mai al di fuori del sistema ma che spesso fa parte del sistema.
Gela è la cittadina degli attentati: ogni giorno si registra l’incendio di un’auto. Ed è anche il regno del clan Emmanuello. I tre fratelli del boss morto sono in carcere per mafia e omicidi, ma la cosca continua a gestire gli affari servendosi di giovanissimi manovali.
“Invitare me per parlare di mafia -ha detto Rosario Crocetta alla Reggenza-non è solo un atto di ospitalità ma di convinzione. Significa ribadire che i cittadini sono veramente tali se esistono dei diritti e dei doveri”. Iniziative come quelle di San Marino sono utili non solo per mantenere il territorio libero dalla mafia ma anche per affermare libertà e democrazia. “Nessuno -hanno sottolineato i Capi di Stato- può ritenersi al riparo o meno vulnerabile dalle logiche di certi interessi deviati e banditi dalle leggi. Supporre di essere immuni ci espone a rischi ancora maggiori, che potrebbero coglierci impreparati a combattere fenomeni ispirati da organizzazioni particolarmente insidiose nell’infiltrarsi nel tessuto economico-sociale e abili nell’evitare di essere contrastate. Ecco perché è fondamentale sensibilizzare i cittadini, perché solo contrastando coralmente e sul piano culturale questo rischio si può rinsaldare l’alleanza fra istituzioni e mondo imprenditoriale ed economico”.
La Segreteria di Stato per la Giustizia, insieme alla Fondazione Caponnetto, lo hanno voluto a San Marino per parlare di legalità e lotta al crimine organizzato.
“Una scelta -spiega il responsabile politico della giustizia Ivan Foschi- che vuole dare valore istituzionale alla legalità, che significa riconoscersi nel principio che l’esercizio della libertà deve fondarsi sul rispetto della legge”.
Rosario Crocetta ha raccontato ai sammarinesi e agli studenti delle superiori che la mafia non è solo un fenomeno criminale, che non agisce mai al di fuori del sistema ma che spesso fa parte del sistema.
Gela è la cittadina degli attentati: ogni giorno si registra l’incendio di un’auto. Ed è anche il regno del clan Emmanuello. I tre fratelli del boss morto sono in carcere per mafia e omicidi, ma la cosca continua a gestire gli affari servendosi di giovanissimi manovali.
“Invitare me per parlare di mafia -ha detto Rosario Crocetta alla Reggenza-non è solo un atto di ospitalità ma di convinzione. Significa ribadire che i cittadini sono veramente tali se esistono dei diritti e dei doveri”. Iniziative come quelle di San Marino sono utili non solo per mantenere il territorio libero dalla mafia ma anche per affermare libertà e democrazia. “Nessuno -hanno sottolineato i Capi di Stato- può ritenersi al riparo o meno vulnerabile dalle logiche di certi interessi deviati e banditi dalle leggi. Supporre di essere immuni ci espone a rischi ancora maggiori, che potrebbero coglierci impreparati a combattere fenomeni ispirati da organizzazioni particolarmente insidiose nell’infiltrarsi nel tessuto economico-sociale e abili nell’evitare di essere contrastate. Ecco perché è fondamentale sensibilizzare i cittadini, perché solo contrastando coralmente e sul piano culturale questo rischio si può rinsaldare l’alleanza fra istituzioni e mondo imprenditoriale ed economico”.
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