A Dogana sbarca un classico della letteratura teatrale, Sior Todero Brontolon di Carlo Goldoni nel pregiato allestimento di Giulio Bosetti che ha debuttato a Venezia per le celebrazioni dei 300 anni dalla nascita dell’autore.
Per la critica è “l’edizione più felice mai rappresentata” del testo, il Pegaso d’Oro, assegnato al regista Giuseppe Emiliani, conferma. Di certo è una lettura impeccabile della trama, valorizzata senza trascurare i particolari più reconditi. Sarcasmo e humor di Giulio Bosetti restituiscono al pubblico un Sior Todero Brontolon da manuale: torvo e dispotico, un vecchio fastidioso la cui storia, pubblicata nel 1774, è nota. Todero, insensibile e avaro, promette in sposa la nipote al figlio del proprio agente per non disperdere la dote al di fuori dell’ambiente domestico. La nuora Marcolina, invece, predispone un matrimonio di prestigio senza poter però contare su un marito privo di carattere. Carattere che fa invece di Todero (tirchio, diffidente, brontolone) il personaggio più odioso della produzione goldoniana.
Roberto Chiesa
Per la critica è “l’edizione più felice mai rappresentata” del testo, il Pegaso d’Oro, assegnato al regista Giuseppe Emiliani, conferma. Di certo è una lettura impeccabile della trama, valorizzata senza trascurare i particolari più reconditi. Sarcasmo e humor di Giulio Bosetti restituiscono al pubblico un Sior Todero Brontolon da manuale: torvo e dispotico, un vecchio fastidioso la cui storia, pubblicata nel 1774, è nota. Todero, insensibile e avaro, promette in sposa la nipote al figlio del proprio agente per non disperdere la dote al di fuori dell’ambiente domestico. La nuora Marcolina, invece, predispone un matrimonio di prestigio senza poter però contare su un marito privo di carattere. Carattere che fa invece di Todero (tirchio, diffidente, brontolone) il personaggio più odioso della produzione goldoniana.
Roberto Chiesa
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