Ieri Damasco nel sangue: la capitale siriana è stata teatro del più sanguinoso attentato terroristico dall'inizio della rivolta anti-regime e della conseguente repressione militare e poliziesca. Nella parte sud della città, due kamikaze a bordo di altrettante autobomba si sono fatti esplodere uccidendo secondo le autorità 55 persone e ferendone oltre 300. Un testimone ha riferito anche di 11 bambini tra le vittime, probabilmente studenti della vicina scuola. La versione governativa è però messa in discussione dagli attivisti, dai dissidenti e dagli oppositori che accusano il regime di esser dietro le esplosioni per sostenere la tesi del "complotto" ordito dai Paesi arabi del Golfo, dagli Stati Uniti, Israele, Turchia e Francia e legittimare così la repressione in corso da un anno e due mesi.
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