Siria: Mosca teme una "provocazione chimica" a Idlib

Il rischio sarebbe concreto, tanto che il Cremlino ha già convocato una seduta del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, per affrontare la questione. In vista dell'offensiva contro Idlib – ultima roccaforte della ribellione islamista nel Paese –, Mosca denuncia un'imminente “provocazione” da parte delle forze qaediste, con l'obiettivo di far ricadere la colpa su Damasco e giustificare così un raid contro le forze governative. A scendere nei dettagli il portavoce del ministero della Difesa, il generale Konashenkov, secondo il quale si celerebbero i servizi speciali del Regno Unito dietro l'operazione. I miliziani di al Nusra – ha avvertito - avrebbero già preparato otto contenitori di cloro, a pochi chilometri dalla città di Jisr al-Shuhur. Ad addestrarli all'utilizzo di sostanze velenose sarebbe stata la compagnia militare privata britannica Olive Group. Accuse smentite da quest'ultima società, e ovviamente impossibili da verificare. Ma unità navali statunitensi dotate di missili da crociera si sarebbero già avvicinate alla zona di operazioni, e solo pochi giorni fa il consigliere americano alla sicurezza nazionale – il “superfalco” John Bolton – avrebbe parlato di una potente rappresaglia, in caso di utilizzo di armi chimiche. Un copione già visto, in questo conflitto, quello di un'azione unilaterale dell'Occidente, senza attendere i risultati delle commissioni d'inchiesta. L'ultima volta quando si parlò dell'uso di agenti nervini a Douma. Dopo l'indignazione su media e social, e il raid punitivo, la circostanza venne tuttavia smentita dagli stessi esperti dell'OPAC. Ma se anche in questa occasione si ripeterà il solito schema, difficilmente cambierà l'esito della guerra. L'obiettivo – allora –, secondo alcuni analisti, sarebbe quello di esercitare pressioni su Mosca e Damasco, per giungere ad un ritiro delle forze iraniane dal teatro siriano. Ad essere preoccupata da una definitiva liberazione di Idlib anche la Turchia, che – su quest'area – esercita una notevole influenza. L'impressione è che – prima dell'offensiva finale dei governativi – sarà necessario trovare un accordo anche con Ankara.

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