Non si ferma il massacro di civili. Sale a 61 il numero delle vittime di oggi in seguito ai bombardamenti delle forze governative sulla città di Homs. La denuncia arriva dagli attivisti dell'opposizione al presidente Assad. “La situazione è disastrosa, da tre giorni siamo sotto i mortai e i proiettili dell'esercito – dicono - e non c’è modo di fuggire o trovare rifugio”. Gli Usa per la prima volta ammettono l'ipotesi di un intervento militare contro il regime siriano. Una breaking news della Cnn dal Pentagono ha reso noto che “si tratta solo di piani operativi, per essere pronti in caso si dovesse passare all’azione”. Anche l’Unione europea si prepara all’emergenza inviando team a Beirut, Amman e 'possibilmente' a Damasco in vista della possibile evacuazione di migliaia di europei dalla Siria. Ma l'opzione militare è esclusa, c'é solo la via diplomatica: “La Siria non è la Libia”, ha detto un alto funzionario. L'Ambasciata italiana a Damasco "rimane comunque pienamente operativa allo scopo di monitorare l'evoluzione della situazione". Nessun intervento militare al vaglio neppure della Gran Bretagna. Lo ha assicurato il ministro degli Esteri William Hague al collega russo Sergei Lavrov.
Riproduzione riservata ©