Siria: proseguono i raid russi contro le postazioni dell'ISIS
A giudicare da quanto avvenuto negli ultimi 2 giorni, il copione – in Siria – appare radicalmente cambiato. L'intervento russo appare di tutt'altra intensità, rispetto ai precedenti strike aerei statunitensi e francesi. Mosca parla di otto attacchi nella notte contro i terroristi e della distruzione di 12 obiettivi dell'Isis. Secondo fonti governative siriane i raid sono stati effettuati nelle aree di Hama, Latakia ed Homs. “Ma la zona di Homs non è sotto il controllo dello Stato Islamico”, hanno subito puntualizzato – irritati – media ed alti funzionari statunitensi. In effetti nell'area colpita, nonostante una crescente presenza del Daesh, la forza predominante è Jaish al-Fatah: il cosiddetto Esercito della Conquista, cartello anti-Assad che raggruppa salafiti, Fratelli musulmani e i qaedisti del Fronte al Nusra. Secondo alcuni analisti è paradossale che – a 14 anni dall'11 settembre - l'America appaia contrariata dal fatto che i russi bombardino al-Qaeda, anziché l'Isis. Da registrare l'intervento dell'inviato speciale dell'Onu, Staffan De Mistura, intervistato dal Corriere della Sera. “L'ondata migratoria dei siriani in fuga dal loro Paese e, ora, l'intervento armato della Russia, spezzano – ha detto - lo stallo nella guerra civile in Siria. Si apre uno spiraglio per la ripresa dell'azione politica e diplomatica”.
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