Da un anno dall'inizio delle proteste, si intensifica la repressione da parte del presidente Aassad. Le ruspe di Homs lavorano alacremente da giorni per ripulire dalle macerie le strade di Bab Amro, quartiere teatro per tutto il mese di febbraio di bombardamenti governativi, in attesa della visita, dell'incaricata umanitaria dell'Onu Valerie Amos e, sabato prossimo, dell'inviato speciale delle Nazioni Unite e della Lega Araba Kofi Annan, mentre le truppe di Damasco hanno bombardato ieri una delle poche vie di fuga verso il Libano. E mentre a Bruxelles si è discusso della chiusura delle ambasciate dei Paesi europei a Damasco - la Spagna ha seguito l'esempio di Usa, Canada, Gran Bretagna e Francia, la Russia ha avvertito che, dopo l'elezione di Vladimir Putin alla presidenza, non intende cambiare posizione sulla questione.
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