Spari delle forze di sicurezza siriane sono state uditi stamani a Daraa, 100 km a sud di Damasco, dove ieri un' offensiva militare contro i contestatori antiregime aveva fatto almeno 25 morti. Intanto, gli Stati Uniti hanno ordinato alle famiglie dei diplomatici di lasciare il paese a causa dell'instabilità. Dal 18 marzo scorso, data d’inizio della rivolta popolare contro il regime di Bashar al Assad, 400 i civili che sono stati uccisi. Il bilancio è del gruppo Sawasiah per i diritti umani. Una situazione che il presidente francese Sarkozy definisce inaccettabile, rifiutando l'idea di “due pesi e due misure” rispetto all'aspirazione dei popoli arabi alla libertà e alla democrazia. E insieme col premier Berlusconi, i due capi di governo lanciano dal vertice di Roma un appello a Damasco perché fermi la repressione violenta delle dimostrazioni. Roma e Parigi hanno anche intenzione di chiedere l'istituzione di una commissione d’inchiesta Onu sulle stragi. Grande preoccupazione dalla Lega Araba per le rivolte nel mondo arabo: convocato un vertice per l’8 maggio, in primis sulla Siria, oltre a Libia e Yemen.
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