Slitta al 3 marzo l'insediamento di Mons. Negri come arcivescovo di Ferrara e Comacchio

“Conserverò per tutta la vita una gratitudine grande a tutti voi... Ci siamo fatti posto nel cuore l'uno per l'altro. Ci siamo conosciuti, accolti e voluti bene. Ho amato questa Chiesa, ed in essa ciascuno di voi, con tutte le mie forze.” E' un passaggio del discorso rivolto da Monsignor Luigi Negri alla Diocesi di San Marino-Montefeltro e rilanciato dal centro sociale Sant'Andrea che ha voluto organizzare “una serata tra amici” per salutare e ringraziare il Vescovo di San Marino-Montefeltro. Nominato a fine novembre dal Papa arcivescovo della Diocesi di Ferrara e Comacchio, Negri rinvia il suo insediamento – inizialmente previsto il 17 febbraio – al 3 marzo. La Curia ha deciso di attendere la conclusione della consultazione elettorale che chiamerà gli italiani alle urne alla fine di febbraio. Succede a Paolo Rabitti, già vescovo di San Marino prima di Negri. Nulla si sa sul suo successore alla guida della Diocesi. Sul Titano lascia tracce importanti. Su tutte la visita pastorale di Benedetto XVI. Ruvido, fino ad essere burbero, si è definito “una persona che non ha altre risorse, nella vita, se non la fede”. E' noto il suo ruolo ai vertici di Comunione e Liberazione ma, nella prima intervista come arcivescovo di Ferrara a Stefano Lolli, rifiuta questa sorta di targa. Il mio percorso personale e di fede, ricorda Negri, si inserisce nel carisma di don Giussani. Ma tenendone sempre presente la declinazione autentica, verso la realtà di popolo, nell'essenziale della vita e della verità. Non come spiritualismo fine a se stesso, sottolinea Monsignor Negri, perchè per don Giussani fra l'altro lo spiritualismo era il grande nemico.

Sonia Tura

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