Dopo aver mancato per poco l'inclusione nella lista Unesco dei siti del patrimonio mondiale 'in pericolo', la Grande barriera corallina, che si estende per 345 mila kmq al largo della costa orientale dell'Australia, riceve una diagnosi peggiorata a causa del cambiamento climatico e dell'inquinamento delle acque. Secondo un atteso rapporto scientifico, presentato oggi dal ministro dell'Ambiente Mark Butler, il suo stato di salute è peggiorato dal 2009 da 'moderato' a 'mediocre'. Gli scienziati avvertono che gli scarichi di fertilizzanti agricoli, benché ridotti, continuano a minacciare gravemente la qualità dell'acqua, in parte per effetto di cicloni e di inondazioni. "Gli episodi climatici estremi hanno un impatto significativo sullo stato generale dell'ambiente marino della Barriera. Gli ecosistemi dei banchi corallini presentano una tendenza al degrado", scrivono. Benché vi sia stata una riduzione da parte degli agricoltori della quantità di fertilizzante che scorre dai loro terreni nell'ecosistema, il verdetto non è positivo. La media annuale degli scarichi di nitrati dal 2009 al 2011 si è ridotta del 7% e dei pesticidi del 15%, ben sott l'obiettivo prefissato del 50% entro il 2013. Gli scienziati ricordano che quasi tre quarti del corallo duro lungo la barriera sono andati perduti negli ultimi 50 anni. Le organizzazioni ambientaliste riconoscono gli sforzi degli agricoltori nel ridurre gli scarichi inquinanti, ma chiedono maggiori investimenti per assisterli. E rinnovano l'allarme per la rapida industrializzazione legata all'industria mineraria, per l'impatto di nuovi progetti portuali per carbone e gas lungo la costa prospiciente l'area protetta, che potranno generare milioni di tonnellate di sedimenti inquinati dal dragaggio, e per un programmato raddoppiamento della navigazione. La senatrice dei Verdi Larissa Waters ha accusato il governo di concentrarsi sulla 'piccola storia di successo' degli sforzi degli agricoltori, ignorando la più grande minaccia creata dall'industria mineraria, dalla costruzione di nuovi porti e dall'aumento della navigazione.
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