Sound of Silence
Ultimo esempio, risibile se non fosse tragico, il fatto che un appuntamento importante dei giorni scorsi, con oltre cinquecento persone che partecipano a un incontro sul loro futuro in un momento non semplice per il Paese, escluda gli operatori e inviti i giornalisti a uscire. Che questo incontro venga organizzato a porte chiuse per carità è del tutto legittimo, anche se singolare oggi dove viene comunicato - tutto ma veramente tutto, compreso l'inutile - in tempo reale.
Diciamo che la trasparenza in casi come questo non viene aiutata, anche perchè magari capita pure il tizio - lui sì presente all'evento - disponibile a raccontare, una volta uscito, cose che magari neppure ha capito a giornalisti che giustamente ne diffidano e che preferirebbero avere interlocutori più seri. In più è bene che chi non lo avesse capito, comprenda prima o poi che una televisione senza immagini non è poi graditissima da un pubblico che ha il diritto di essere informato, tanto più dalla sua Radiotelevisione di Stato. Lasciare fuori la troupe che in due minuti avrebbe fatto il suo lavoro, riprendendo qualche immagine (del tutto innocua, almeno presumibilmente) e poi sarebbe uscita dalla sala è una idiozia mediatica.
Le soluzioni, in questi casi, le conoscono persino gli studenti del primo anno di una qualsiasi Scuola di Giornalismo, quindi inutile soffermarcisi. Diritto di tutti non volere la stampa ma non ci si può poi lamentare se le notizie riportate non corrispondono alla verità, a meno che di non assumere in redazione il Mago Otelma.
Forse sarebbe opportuno chiarirsi una volta per tutte, Consulta dell'Informazione, Commissione di Vigilanza e Commissione consiliare competente, sul ruolo che deve avere la stampa - diritti e doveri, ferma la centralità del parlamento come in ogni democrazia - anche nella Repubblica del Titano. Il silenzio a volte può fare parecchio rumore.
cr