20mila sacche di sangue conservate nelle banche dati pubbliche italiane, ma solo 3mila sarebbero di buona qualità. Ed solo il 30% delle 15.000 donazioni annue è ammesso alla crioconservazione. Dunque, migliaia i cordoni ombelicali che, donati per combattere leucemie o altre malattie del sangue, rischiano di non servire a nessuno, perché mal conservati o addirittura mal prelevati. Sono così sempre meno le richieste dei campioni italiani dai centri di ematologia stranieri, perché non conformi ai requisiti di concentrazione di staminali. Un gesto di solidarietà da parte delle neomamme che è anche costoso (da quest’anno un ticket sul prelievo perché non ritenuto “un atto sanitario”). Poi le spese per lo stoccaggio nei centri privati esteri se si guarda alla cosiddetta conservazione “autologa”, quella dedicata. In Italia è vietata, se non per trattamenti particolari indicati dal Ministero, ma anche osteggiata e da alcuni ritenuta senza prove di utilità. Due i centri privati a San Marino, un terzo prossimo alla nascita ed è proprio il responsabile del Bioscience Institute, Giuseppe Mucci, a fornire i dati: “Anche a causa di queste campagne, si registra un calo di oltre il 40% nella conservazione “autologa”: gli invii ai centri esteri dall’Italia sono scesi dai 14.905 del 2009 agli 8.423 del 2010.
Annamaria Sirotti
Annamaria Sirotti
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