Stop alla pesca per l’intero Adriatico: da settembre riapertura graduale

Le marinerie rischiano il collasso con un calo del pescato annuo superiore al 38% lungo tutta la riviera reti riavvolte tutti in coperta ad aspettare che la natura faccia il suo corso al meglio. Intanto tutto tace e i banchi storici sono vuoti.
A barche ferme si può ragionare con armatori e produttori ma il problema permane: fermo sì o fermo no con qualche qui pro quo…
Salvaguardare il made in Italy dall’invasione straniera anche se è difficile considerare nemici francesi e spagnolo che fanno arrivare sui banconi prodotti atlantici o mediterranei a prezzi competitivi come fresco da vendere.
Piccola pesca e allevamenti litoranei fanno il resto: tutto dichiarato anche al ristorante fresco e congelato frammisto al surgelato va… e nessuno batte ciglio; fermi restando conservazione, igiene e pulizia, degli ‘ittici’ in genere ( anche i molluschi e i bivalvi non subiscono limitazioni insidiati anch’essi dal pescato internazionale).
Albergatori e ristoratori insistono per comprare e vendere adesso, subito, ma siccome il pesce di riffa o di raffa c’è… che si arrangino coi turisti!?
Le flottiglie sono da tempo in crisi per i costi dei carburanti e i prezzi altalenanti dei prodotti della pesca e qualcuno vorrebbe un fermo prolungato in primavera e autunno con la giusta compensazione e il sostegno pubblico alle categorie marittime.
Nel frattempo al di là dell’Adriatico scorrazzano i Croati in ogni dove anche fuori dalle acque internazionali senza limitazioni di tonnellaggio e pezzatura: è come tirare una coperta corta un po’ di qua e soprattutto di là… Nel video le interviste a Loris Garattoni, Rivenditori Pesce Rimini; Raimondo Sparalazzo, Armatore Flotta Rimini

Fz

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