'Storia e ricerca della verità': l'orazione di Luciano Canfora
“Un invito che mi lusinga per discorrere dei fini e del senso del lavoro dello storico”. Ripercorre l’intreccio, nel tempo, tra la storia sammarinese e la storia italiana, dagli anni del risorgimento - il 1849 - con l’asilo offerto al simbolo, uomo del popolo, Giuseppe Garibaldi; poi la riluttanza verso l’antisemitismo nazista; il ritardo nel recepire la legislazione razziale italiana, il concreto aiuto ai perseguitati durante la Repubblica sociale Italiana. Infine,gli studiosi e gli storici che qui vissero: Melchiorre Delfico e Bartolomeo Borghesi. Affronta il tema dell’orazione - perché si scrive la storia e come si cerca la verità - attraverso le varie epoche e ricordando i giudizi dati dai predecessori. Da Cervates, che parla di “Madre della verità”, a Borges: “la storia non è ciò che avvenne ma ciò che noi giudichiamo sia avvenuto”; lo stesso Melchiorre Delfico che tuona contro “l’incertezza della storia”, fino al mondo greco e romano, con Seneca, che parla della storia come “catalogo di nefandezze”. La storia e lo storico, da sempre mal visti, perché, cercando la verità si doveva per forza indagare sul potere: “Dall’antica Grecia vediamo sorgere il conflitto tra le diverse possibili verità che i diversi racconti storici possono offrire. Fino ad arrivare all’estremo dell’esempio della Cina, dove si bruciarono i libri di storia, considerati pericolosi”. Poi il tema della ricerca della verità, il motivo fondante dello scrivere di storia; ricerca della verità – dice Canfora – sempre condizionata dal fine per cui si scrive. Poi la riflessione su cosa racconta la storia: per molto tempo storia delle classi dominanti e dell’elités e non delle masse. Poi la riflessione su cosa racconta la storia: per molto tempo storia delle classi dominanti e dell’elites e non delle masse. Indissolubile dalla verità è, infine, il dolore e la comprensione della sofferenza che deriva dalle guerre come dalla condizione umana in generale. “Scrivere storia – dice Canfora - è, in ultima analisi, anche partecipazione emotiva e lotta contro il tempo per non dimenticare”.