Strade provinciali più sicure, lo conferma il 12° Report sugli incidenti stradali provinciali

L'obiettivo dell'Unione europea è la riduzione del 50% della mortalità a partire dai dati del 2000. La provincia regista una mortalità inferiore al 64% rispetto al -44,5% d'Europa e al -45,6% nazionale italiano. Già questo trend positivo è considerato un successo dal prefetto di Rimini che insiste con la prevenzione e diffusione della educazione alla sicurezza piuttosto che sulla mera repressione.
Il 2020 sarà l'anno della verifica per decessi e incidenti. La serie storica 2010/2012 parla chiaro secondo i dati della provincia basati sui rilevamenti delle forze di polizia e Carabinieri: incidenti medi annui 2.621 nel 2012 calo a 1.871; 38 morti in media dato annuo 23; 3.573 feriti medi sul decennio 2483 nel 2012. Costi sociali in vertiginosa caduta per cui è possibile investire su giovani, scuola e prevenzione.
Il contesto dice che l'aumento dei volumi di attività e dei rilevatori corrisponde al decremento generale del danno. I dati nudi e crudi spaventano comunque: 34.068 incidenti con 498 morti e 46.450 feriti in 13 anni. Estate, fine settimana da sballo, ore notturne, moto e motocicli, gli indicatori concreti della paura: muoiono 7 pedoni l'anno e ne rimangono feriti 193 circa 1 investimento ogni 2 giorni. Cause dei sinistri, mancata precedenza e manovre azzardate, con guida distratta: gli scontri frontali sono al 38% nella dinamica degli incidenti su incroci e rettilinei. La rete comunale ovviamente la più colpita essendo la più diffusa per numero di strade, vie e vicoli.
[Nel servizio l'intervista a Claudio Palomba, Prefetto di Rimini]

Fz

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