Strage di Mosca: ancora incerta l'identità dell'attentatore
Uomo, tra i 30 e i 40 anni, corporatura robusta, aspetto europeo. Sarebbe lui il kamikaze, il responsabile della carneficina di Mosca. Il giorno dopo l’attentato all’aeroporto di Domodedovo restano un agghiacciante filmato, del momento della deflagrazione, e poche certezze. In mattinata fonti di stampa avevano rilanciato indiscrezioni che attribuivano la strage a una delle cosiddette “vedove nere” del Caucaso: donne che scelgono di immolarsi per vendicare la morte di mariti, fidanzati o fratelli militanti nella guerriglia separatista. Non è così probabilmente. “La bomba - ha spiegato una fonte investigativa all'agenzia Interfax - era legata al corpo di un uomo, che sarebbe stato solo. La natura delle ferite subite dal terrorista - mostrano che l'ordigno esplosivo era legato al suo corpo”. Il presidente russo Dmitri Medvedev, che dopo l'attacco ha annunciato controlli più rigidi e promesso che i colpevoli “saranno catturati e liquidati”, ha chiamato in causa la direzione dell'aeroporto: “Quello che è successo – ha detto - dimostra chiaramente che c’è stata una violazione delle norme di sicurezza, o non sarebbe potuta passare una simile quantità di esplosivo”. Ma la portavoce dello scalo nega ogni responsabilità. Intanto, a Mosca, continuano ad arrivare i telegrammi di cordoglio della comunità internazionale. Il Papa ha espresso “profondo dolore e ferma riprovazione per il grave atto di violenza”. “Mi unisco al dolore di tutta la Federazione russa – ha poi aggiunto –; esprimo vive condoglianze ai familiari delle vittime e prego per i feriti”.
Gianmarco Morosini
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