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Supertifone: morti e decine dispersi nel sud della Cina

11 nov 2013
Supertifone: morti e decine dispersi nel sud della Cina
Supertifone: morti e decine dispersi nel sud della Cina
Dopo aver flagellato le Filippine, il tifone Haiyan ha colpito questa mattina il Vietnam, portando piogge torrenziali e venti fino a 120 km/h, senza però causare il livello di distruzione visto nell'arcipelago. Nonostante diversi alberi sradicati, al momento le autorità non hanno dato notizia di vittime. Indebolitosi progressivamente attraversando il Mar cinese meridionale, Haiyan ha anche cambiato traiettoria nella giornata di ieri, puntando solo al nord del Vietnam e risparmiando le province centrali che inizialmente si consideravano sotto tiro. Le 650mila persone evacuate sono già rientrate nelle proprie case, scrive la stampa statale. Nonostante l'indebolimento, Haiyan rischia comunque di causare allagamenti e smottamenti specie nelle aree rurali, in una regione che negli ultimi mesi ha già ricevuto abbondanti precipitazioni stagionali.
Almeno quattro persone sono morte e decine sono date per disperse nel sud della Cina. L' agenzia Nuova Cina riferisce che le scuole sono rimaste chiuse per precauzione nelle città di Beihai, Qinzhou e Fangcgenggang, mentre le precipitazioni continuano. In precedenza, Haiyan aveva causato la morte di tre persone nella provincia insulare di Hainan, sempre nel sud del Paese. Sette pescatori che si trovavano in mare sono dati per dispersi. In totale circa mezzo milione di cinesi hanno subito la furia del tifone che ora si è ridotto di intensità ed è stato ''declassato'' a tempesta tropicale.
L'aeroporto di Tacloban, una delle città filippine devastate dal tifone Haiyan, ha parzialmente riaperto questa mattina, per consentire un più rapido arrivo degli aiuti umanitari in una zona al quarto giorno senza elettricità, cibo e acqua. Lo scalo, gravemente danneggiato dalla furia delle onde che hanno spazzato la costa, può accogliere al momento solo pochi voli leggeri. Dato il crollo delle torre di controllo e la distruzione di altre attrezzature, ci vorranno giorni o settimane prima di rendere lo scalo agibile per voli commerciali più grandi. Diversi Paesi e organizzazioni umanitarie hanno già inviato centinaia di tonnellate di aiuti, arrivati però finora solo in minima parte data la necessità di utilizzare solo elicotteri militari o le strade di accesso in gran parte ancora inagibili.

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