Tartufo come golosità, business, passione. Un prezioso frutto della terra da proteggere e valorizzare. Non tutti conoscono l’ATTS. L’associazione sammarinese è realtà di recente costituzione ma già attiva ed intraprendente. Costituita da un gruppo di cercatori e coltivatori, vuole diffondere la conoscenza e la cultura del tartufo lanciando un messaggio forte e chiaro: bisogna rispettare le regole. Dai periodi di raccolta all’attrezzo utilizzato. San Marino, al pari delle regioni italiane, ha le sue leggi per tutelare gli ecosistemi. Ne hanno parlato ieri sera esperti di Emilia Romagna e Marche, illustrando le normative ed elencando i vari tipi di tartufaia, vale a dire: coltivata, naturale e controllata. La raccolta, ad esempio, è libera solo nei boschi e nei terreni non coltivati e autorizzata nei periodi indicati a chi possiede un tesserino che attesti la conoscenza delle più elementari nozioni micologiche. Poi ci sono quantitativi da rispettare. Ogni regione ha i suoi parametri. Nelle Marche, ad esempio, è proibito più di un chilo al giorno. Per i trasgressori sono previste sanzioni amministrative e pecuniarie. Per il tesserino obbligatorio, a San Marino occorre fare domanda all’ufficio agrario.
Monica Fabbri
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