Il telefono cellulare compie 40 anni. Ha modificato il linguaggio, il galateo e anche il lavoro
La prima chiamata tramite cellulare risale al 3 aprile 1973. Ideatore Martin Cooper, allora cinquantenne ingegnere statunitense, che lavorava al progetto per conto di Motorola, ispirandosi ai sistemi di comunicazione presenti nella serie fantascientifica Star Trek. Il prototipo restò altri 10 anni nel cassetto, prima di essere commercializzato nel 1983. Certo è che nessuno avrebbe mai potuto immaginare il processo che ha interessato questa tecnologia. Possiamo visualizzare video, ascoltare musica, scattare foto di qualità elevatissima e persino navigare grazie a sofisticati sistemi di posizionamento GPS. Gli sms hanno modificato il linguaggio, il galateo e i rapporti affettivi. Ma soprattutto, nell'ultima versione in smarthpone, questo telefono senza fili ha svuotato le nostre tasche da una infinità di oggetti ritenuti prima indispensabili. Da lavoro anche agli psicologi che gareggiano nell'individuare nuove sindromi. L'ultima, in ordine di tempo, si chiama “nomofobia”, dall'inglese no-mobile-phone-phobia. Pare che ben il 53 % delle persone che utilizzano i cellulari in Inghilterra proverebbero degli stati di ansia quando perdono il cellulare, quando si scarica la batteria o quando non c'è rete per potersi connettere a internet o telefonare e mandare messaggi. A soffrire di questi disturbi sarebbero perlopiù i maschi, e il livello di stress raggiunto è paragonabile alla "tremarella del giorno delle nozze" o all'ansia che si prova nell'andare dal dentista. A questo si aggiunge anche un ultimo sondaggio: un numero sbalorditivo di persone avrebbe ammesso di poter rimanere anche una settimana senza lavarsi i denti, ma di non poter rinunciare al proprio iPhone per lo stesso numero di giorni.
Sonia Tura
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