Il tema delle infiltrazioni mafiose all’ordine del giorno sia a Rimini, sia sul Titano
L’“Operazione Vulcano” non ha fatto altro che mostrare, in tutta la sua virulenza, la portata del fenomeno sul territorio. Le infiltrazioni malavitose sono una realtà, in alcuni casi fortemente radicata. Per fare il punto della situazione – a seguito dell’inchiesta condotta dai Carabinieri del Ros e dalla DDA di Bologna, che ha portato all’arresto di 10 persone – è stato organizzato un vertice in Procura a Rimini. Presenti il Procuratore Capo Giovagnoli, il vice-questore Lauriola e i responsabili di Guardia di Finanza e Carabinieri. Analizzata l’attività dei membri dei clan campani che, in Riviera, si erano messi d’accordo per compiere estorsioni e prestiti a tassi usurari a danno di imprenditori locali. Tra gli indagati anche 3 cittadini sammarinesi. E a proposito della scarsa collaborazione con il Titano - sottolineata da recenti dichiarazioni del comandante delle Fiamme Gialle di Rimini -, il Procuratore Giovagnoli, poco prima dell’inizio dell’incontro, si è limitato a dichiarare che “è una questione di relazione tra Stati”. Proprio quella che vorrebbe implementare l’Esecutivo della Repubblica. Chiare, a questo proposito, le parole pronunciate dal segretario di Stato Casali. “Al vertice di Rimini non siamo stati invitati – ha detto -; se lo avessero fatto ci sarei andato di corsa”.
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