Sicurezza e prevenzione camminano a braccetto. Non basta monitorare gli edifici, occorre essere preparati ad ogni evenienza. Insomma, in caso di terremoto bisogna sapere cosa fare. Ed è proprio questa la nuova sfida dell'Iss, che “torna a scuola” per fronteggiare il rischio sismico. Personale preparato e strutture adeguate sono una necessità per la piccola Repubblica, che è stata solo sfiorata dalla paura che ha sconvolto il Centro Italia, ma che ora sente forte il senso di precarietà di una terra perennemente a rischio. Dunque l'Iss si è attivato sia per sollecitare verifiche in tutte le strutture sanitarie e sociosanitarie dislocate sul territorio, sia per organizzare un ciclo di incontri di formazione e preparazione del proprio personale. Il documento con informazioni e comportamenti inserito da tempo sulla piattaforma di rete interna all'istituto è stato recentemente rivisto ed attualizzato. “Tuttavia – scrive il Comitato esecutivo - in un'ottica di costante aggiornamento, la direzione generale ha diramato il 28 ottobre un ordine di servizio per l'informazione e la formazione sulla “gestione di un'emergenza intraospedaliera”, come appunto in caso di evento sismico”. In pratica i dirigenti Iss devono partecipare a giornate formative e trasmettere nei propri reparti e strutture le nozioni ricevute. Sono quattro giornate, a partire da venerdì 4. L'ultimo incontro si terrà il 22 novembre. Il concetto di “rete” si rafforza anche nelle emergenze. La Direzione generale ha infatti contattato anche i referenti dell'Area Vasta Romagna e delle regioni limitrofe per la verifica e l'aggiornamento delle procedure in caso di eventi che necessitino del coinvolgimento dei servizi e delle strutture italiane. E' stato chiesto anche al presidente del Centro Europeo Medicina delle Catastrofi Alessandro Barelli, di fornire supporto e contributi formativi e organizzativi.
Monica Fabbri
Monica Fabbri
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