Il bilancio ufficiale dei morti nel terremoto che il 6 febbraio ha colpito la Turchia e la Siria ha sorpassato i 16mila, - oltre 3.100 quelle siriane - secondo fonti ufficiali e mediche, mentre continua il lavoro dei soccorritori in un freddo glaciale.
63mila invece le persone rimaste ferite in Turchia, come rende noto l'Afad, l'agenzia per le emergenze e i disastri di Ankara.
C'è apprensione per gli italiani che risultano ancora dispersi. Oltre all'imprenditore veneto Angelo Zen, di cui non si hanno più notizie da domenica, ora risulta dispersa anche una famiglia italiana di origine siriana composta da tre adulti e tre minori. Lo ha annunciato il ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani.
La situazione resta gravissima anche in Siria. Qui gli aiuti umanitari faticano ad arrivare a causa degli ostacoli lungo i valichi di frontiera che collegano il Paese alla Turchia. Nonostante i Caschi bianchi avessero annunciato l'apertura dei valichi di Bab al-Hawa, Jarabulus e Bab al-Salamah, l'Onu ha fatto sapere che il primo di questi, l'unico accesso consentito alle Nazioni Unite, risulta ancora bloccato e i camion di aiuti sono fermi alla frontiera. Attivisti e critici hanno accusato il governo siriano di rallentare deliberatamente le consegne di aiuti. Assad, nel frattempo, ha chiesto assistenza all'Unione Europea che ha annunciato un primo stanziamento di 3,5 milioni di euro. L'intero pacchetto ai Paesi colpiti dal terremoto è di 6,5 milioni di euro. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato una conferenza dei donatori all'inizio di marzo a Bruxelles.