L'arrivo delle inondazioni anche nel centro di Bangkok, dopo i messaggi contrastanti da parte delle autorità sulla sicurezza della città, appare sempre più probabile con il passare delle ore nonostante il frenetico pompaggio alla periferia nord. Oggi la riapertura delle scuole dopo la pausa stagionale è stata posticipata di due settimane, a metà novembre. Nella metropoli, dove scarseggiano le bottiglie d'acqua e i generi alimentari più comuni, gli abitanti si preparano erigendo barriere di sacchi di sabbia. Ma nelle strade limitrofe al fiume Chao Praya, come la Sansern Road, l'acqua è già alta alcune decine di centimetri. Con il bilancio delle vittime arrivato oltre quota 360, i danni aumentano di giorno in giorno e si impennerebbero ulteriormente in caso di allagamenti prolungati a Bangkok; affinché l'acqua defluisca dalle aree industriali allagate, ha spiegato il governo, potrebbero volerci 45 giorni. Il ministro delle Finanze ha previsto che le inondazioni costeranno al Paese una cifra pari al 2 per cento del Pil. L'area allagata è estesa quanto il Lazio, coinvolgendo 28 province thailandesi su 77.
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