Una donna si è immolata nella provincia meridionale cinese del Sichuan, portando a 109 il numero di questi gesti estremi. Lo riferiscono fonti tibetane. Kunchok Wangmo, 31 anni, si è data fuoco nella contea di Dzoege (Ruoergai per i cinesi) a Ngaba (Aba per i cinesi), lo scorso mercoledì, ma la notizia è stata diffusa solo ieri, marcando la seconda immolazione nella settimana scorsa. Il suo corpo senza vita è stato subito preso in custodia dalle autorità cinesi, che l'hanno cremato restituendo i resti alla famiglia della donna. Il marito dell'uomo, Dolma Kyab, è stato arrestato dalla polizia dopo essersi rifiutato di attribuire l'immolazione della donna a problemi familiari. Kunchok Wangmo è la quindicesima donna tra i 109 che si sono immolati per protestare contro il controllo cinese del Tibet e per chiedere il ritorno del Dalai Lama in Tibet, dal febbraio 2009. Dodici di queste immolazioni sono avvenute dal gennaio di quest'anno. Lo scorso sabato, un monaco di 28 anni si è autoimmolato nel monastero di Kirti, sempre nella provincia del Sichuan, in occasione della ricorrenza della rivolta tibetana del 16 marzo del 2008, quando 16 monaci di Kirti furono uccisi dalle forze cinesi.
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