Era la prima udienza del processo, che vede coinvolto Jean Marc Thierce per l’istanza di revisione del processo, alla luce anche della condanna della Corte Europea dei diritti dell’Uomo a San Marino. Di fronte al giudice per i rimedi straordinari, Canestrari, hanno preso la parola la parte civile, con Pier Luigi Bacciocchi, che ha ricordato come l’ordinamento sammarinese conceda la revisione solo nel caso si scopra l’innocenza dell’imputato, cosa che non è mai stata provata. Su questa linea anche il procuratore del fisco, Roberto Cesarini, che ha sottolineato come la Corte Europa abbia riconosciuto la violazione per vizi formali non sostanziali: la condanna non parla di ingiustizia a livello di responsabilità, richiamando anche alcune precedenti sentenze del Collegio dei Garanti, che hanno rigettato altre richieste di revisione. Di tutt’altro avviso Antonio Masiello, difensore di Thierce per il quale, se la corte di Strasburgo ha giudicato il processo imparziale è perché è venuto meno un diritto a un giusto processo. Per Masiello dunque la sentenza non ha rispettato determinati diritti. Ha poi chiesto parità di trattamento con altri casi nei quali il Congresso di Stato ha riconosciuto il diritto alla riabilitazione. Lo stesso Thierce ha risposto al presidente dell’ordine degli avvocati Bacciocchi, “Non mi e’ stata mai concessa udienza per provare la mia innocenza” - ha detto, ripercorrendo poi tutta la sua vicenda giudiziaria e come al processo - ha sostenuto – sia stata una prova falsa ad incastrarlo.
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