Non è ancora chiaro da dove arrivino e cosa siano: inizialmente si era pensato alle capsule del caffè, ma dovrebbe trattarsi, stando alle ultime ipotesi del Ministero dell'ambiente, di filtri utilizzati nelle vasche di decantazione dei depuratori. Due invece le ipotesi della provenienza: o da un container disperso in mare o da determinati depuratori, come ha twittato il sottosegretario Silvia Velo. Le indagini si starebbero concentrando nel napoletano, probabilmente sono partiti proprio da lì per poi risalire la costa.
"Stiamo pattugliando le spiagge sul versante tirrenico per capire la distribuzione del fenomeno grazie anche a centinaia di cittadini che ci stanno dando una mano", spiega Serena Carpentieri, vicedirettrice di Legambiente che sta seguendo la situazione grazie anche alle segnalazioni che arrivano dai gruppi locali e dai circoli del versante tirrenico. Carpentieri ha lanciato un appello invitando tutti i cittadini a segnalare ritrovamenti, piccoli e grandi che siano, sulla pagina Facebook e sul sito del progetto Clean Sea Life, una campagna di sensibilizzazione per la riduzione dei rifiuti marini. Intanto il Codacons ha presentato un esposto chiedendo di "aprire indagini urgenti sul territorio alla luce del reato di disastro ambientale". Mentre Clean Sea Life ritiene fuorviante usare queste iperboli perché “il nostro mare – scrive in post su Facebook - è e era già gravemente ammalato di plastica”.
fm
"Stiamo pattugliando le spiagge sul versante tirrenico per capire la distribuzione del fenomeno grazie anche a centinaia di cittadini che ci stanno dando una mano", spiega Serena Carpentieri, vicedirettrice di Legambiente che sta seguendo la situazione grazie anche alle segnalazioni che arrivano dai gruppi locali e dai circoli del versante tirrenico. Carpentieri ha lanciato un appello invitando tutti i cittadini a segnalare ritrovamenti, piccoli e grandi che siano, sulla pagina Facebook e sul sito del progetto Clean Sea Life, una campagna di sensibilizzazione per la riduzione dei rifiuti marini. Intanto il Codacons ha presentato un esposto chiedendo di "aprire indagini urgenti sul territorio alla luce del reato di disastro ambientale". Mentre Clean Sea Life ritiene fuorviante usare queste iperboli perché “il nostro mare – scrive in post su Facebook - è e era già gravemente ammalato di plastica”.
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#inquinamento #mare Tramite il comando delle Capitanerie di porto il @minambienteIT sta seguendo il fenomeno dei dischetti di plastica spiaggiati. Massimo impegno da parte mia. Due le ipotesi: o provengono da un container disperso in mare o da determinati depuratori @CleanSeaLIFE pic.twitter.com/hn318IC35n
— Silvia Velo (@VeloSilvia) 20 marzo 2018
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