Torna alla ribalta il dibattito sulla costituenda Regione Romagna
Se ne parla da anni, ora il dibattito è tornato alla ribalta. E spera nel federalismo per un rilancio. Sia chiaro dunque: la secessione non c’entra. Lo puntualizza subito il deputato leghista Gianluca Pini, che ha firmato una delle due proposte di legge alla Camera in commissione Affari Costituzionali per rendere autonome da Bologna le province romagnole di Forlì Cesena, Rimini e Ravenna. L’altra ha la firma del deputato del pdl Renzo Raisi, ed interpreta le esigenze di un territorio che si sente penalizzato dalle politiche di Bologna. La proposta per la costituenda Regione Romagna prevede un referendum confermativo solo per i romagnoli e rimarca le differenze di due realtà che si presentano disomogenee, anche da un punto di vista vocazione economica: l’Emilia ha la grande e media industria, la Romagna punta su turismo, agricoltura e artigianato. Le reazioni però non tardano ad arrivare. “Dal punto di vista tecnico ed amministrativo sarebbe una follia - sbotta subito il presidente della Provincia di Rimini Stefano Vitali - da subito ne risentirebbero la qualità dei servizi, specie quelli pubblici. Inoltre verrebbero a mancare i presupposti numerici per garantire la competitività con l’Europa soprattutto nella qualità delle infrastrutture, competitività che in Italia hanno Regioni come la Lombardia e l’Emilia Romagna proprio in forza della estensione territoriale e del numero di abitanti”.
Sara Bucci
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