Treno Spagna: forse anche un italiano fra le vittime
Il sistema di allarme per segnalare l'eccessiva velocità nella curva in cui è avvenuto l'incidente ferroviario avrebbe funzionato, secondo quanto emerge dai primi rilievi compiuti dai tecnici. Il sistema - visivo e acustico - ha segnalato al conducente che la velocità era superiore a quella prevista.
A quel punto - dicono i tecnici, citati dai media spagnoli - era compito del conducente azionare il sistema frenante. Il macchinista, Francisco Josè Garzòn Amo, è sempre ricoverato in stato di arresto nell'ospedale di Santiago e oggi, se le sue condizioni di salute lo consentiranno, sarà interrogato dal magistrato. Garzòn Amo avrebbe confessato che il treno era lanciato a 190 km orari anche a due agenti di custodia che presidiano la sua stanza in ospedale. La stessa cosa aveva fatto subito dopo l'incidente in un collegamento radio con la stazione, esclamando: "Speriamo che non ci siano morti, senno me li porterò sulla coscienza".
Ci sarebbe anche un italiano, un siciliano residente in Spagna, fra le 80 vittime del disastro ferroviario di mercoledì sera a Santiago di Compostela. La notizia non è ancora stata confermata. Il macchinista del treno ad alta velocità, Francisco José Gazon Amo, 52 anni, è stato arrestato poiché indagato. Ha ammesso che stava andando a 190 km all'ora in una curva dove il limite è 80. ''Voglio morire'', avrebbe detto. Ma sulla sua pagina Facebook scriveva ''che goduria correre''. Impressionante il video del deragliamento preso da una telecamera di controllo.
Intanto la linea ferroviaria è stata riaperta al traffico dei treni ordinari. Restano per il momento fermi quelli ad Alta Velocità. Lo riferisce l'agenzia di stampa spagnola Efe citando un responsabile delle Ferrovie.