Prima di rassegnare le dimissioni, il commissario della legge Ceccarini aveva inviato una lettera al magistrato dirigente e al Segretario alla Giustizia, il 26 novembre scorso, dove ricordava che provvisoriamente, dal febbraio 2009, aveva preso in carico ogni processo penale in corso o da fissarsi del commissario Rita Vannucci, alla quale erano state affidate le indagini per reati finanziari e di riciclaggio. Ma la transitorietà, spiegava, non era mai finita, così come sottolineava che nella distribuzione dei carichi di lavoro, a suo dire erano state adottate soluzioni assai poco opportune, visto che le sue assegnazioni rimanevano immutate, col doppio o addirittura il triplo dei procedimenti in carico ad ogni altro magistrato. E alla fine della lettera avvisava che “inevitabilmente si verificheranno significativi ritardi o, peggio ancora, prescrizioni”.
Il primo cauto commento arriva dal presidente della Commissione Giustizia Pasquale Valentini: “Mi riprometto di parlarne col Segretario alla Giustizia e con la Reggenza, al momento non ho elementi per entrare nel merito, solo la lettera del giudice. I carichi di lavoro comunque competono al consiglio giudiziario, e mi risulta che l’argomento sia stato affrontato più volte. Se non sono stati presi provvedimenti, forse i termini della questione sono diversi da come li ha illustrati il giudice. Mi riservo comunque di leggere anche i verbali”.
Il primo cauto commento arriva dal presidente della Commissione Giustizia Pasquale Valentini: “Mi riprometto di parlarne col Segretario alla Giustizia e con la Reggenza, al momento non ho elementi per entrare nel merito, solo la lettera del giudice. I carichi di lavoro comunque competono al consiglio giudiziario, e mi risulta che l’argomento sia stato affrontato più volte. Se non sono stati presi provvedimenti, forse i termini della questione sono diversi da come li ha illustrati il giudice. Mi riservo comunque di leggere anche i verbali”.
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