Quarta udienza del processo a carico dell’ex comandante della Gendarmeria Marcello Biagioli e di suo figlio Carlo, avvocato, i quali devono rispondere di falso in atto pubblico, in compartecipazione. Oggi è stato ascoltato il Maresciallo Felice Pavone, ora in pensione. Dopodiché, l’appuntato Graziano Valli e il vice brigadiere Sauro Volpinari: i due gendarmi che si sono costituiti parti lese nel processo. Sono, infatti, coloro che la sera del 16 luglio 1999 svolsero servizio di pattuglia, proprio nella stessa occasione, cui fa riferimento il “famigerato” foglio di servizio che secondo l’accusa sarebbe stato alterato dall’avvocato Carlo Biagioli, sotto dettatura del padre Marcello, con l’intento di fornire un alibi a Stefano Virgili, coinvolto nel furto al caveau del Tribunale di Roma ad opera della banda della Magliana. La testimonianza dei due gendarmi è risultata di grande rilevanza. Hanno escluso, infatti, non solo di aver fermato Virgili per un controllo in territorio durante il loro servizio di pattuglia, ma anche di aver redatto l’annotazione dell’episodio sul foglio di servizio e di essere stati successivamente chiamati da Biagioli per rendere conto di un episodio che – hanno ribadito – non è mai avvenuto. Il colonnello aveva invece sostenuto di aver convocato i due gendarmi in una lettera, da lui firmata, e indirizzata all’avvocato Bianchi, difensore di Stefano Virgili all’epoca dei fatti. Valli e Volpinari hanno infine specificato di aver sentito nominare per la prima volta Stefano Virgili al Tribunale di Perugia nel febbraio 2005 quando furono chiamati a testimoniare nel processo a suo carico.
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