"Una pratica enologica discutibile anche in assenza di una informazione adeguata sull’etichetta". Così la Coldiretti commenta il decreto del Ministero della politiche alimentari italiano che ha di fatto autorizzato l’uso dei trucioli di legno per invecchiare il vino.
Diversa invece la valutazione del Presidente del Consorzio vini tipici di San Marino. Secondo Renzino Gobbi è soprattutto una questione di correttezza. Non si possono cioè utilizzare i trucioli e poi dire che il vino ha fatto il barrique. Insomma dipende dall’onesta del produttore e dal fatto che non prenda scorciatoie per simulare una vinificazione inesistente.
In Repubblica sono tre i vini che fanno legno: il Tessano, il Brugneto e il Caldese ma a San Marino non esiste la necessità di una normativa dal momento che i produttori sono unici, appunto il Consorzio, e assolutamente controllabili.
Secondo un sondaggio della Coldiretti, l’88% dei consumatori non acquisterebbe un vino se sapesse che è stato invecchiato in via accelerata con i trucioli invece che in botte come da tradizione. Questo dato, denuncia la Coldiretti, conferma la necessità di rivedere la decisione presa, specialmente in assenza di una informazione trasparente in etichetta sul metodo di produzione utilizzato.
Il via libera ministeriale riguarda oltre il 70% della produzione italiana, perchè esclude solo i vini a denominazione di origine che rappresentano meno di un terzo del mercato.
E Gobbi ricorda che il Ministero italiano ha introdotto i trucioli anche per rendere più facile la vita alle cantine nostrane dal momento che molti paesi, dall’Australia al Sud America, ne fanno un uso massiccio.
Diversa invece la valutazione del Presidente del Consorzio vini tipici di San Marino. Secondo Renzino Gobbi è soprattutto una questione di correttezza. Non si possono cioè utilizzare i trucioli e poi dire che il vino ha fatto il barrique. Insomma dipende dall’onesta del produttore e dal fatto che non prenda scorciatoie per simulare una vinificazione inesistente.
In Repubblica sono tre i vini che fanno legno: il Tessano, il Brugneto e il Caldese ma a San Marino non esiste la necessità di una normativa dal momento che i produttori sono unici, appunto il Consorzio, e assolutamente controllabili.
Secondo un sondaggio della Coldiretti, l’88% dei consumatori non acquisterebbe un vino se sapesse che è stato invecchiato in via accelerata con i trucioli invece che in botte come da tradizione. Questo dato, denuncia la Coldiretti, conferma la necessità di rivedere la decisione presa, specialmente in assenza di una informazione trasparente in etichetta sul metodo di produzione utilizzato.
Il via libera ministeriale riguarda oltre il 70% della produzione italiana, perchè esclude solo i vini a denominazione di origine che rappresentano meno di un terzo del mercato.
E Gobbi ricorda che il Ministero italiano ha introdotto i trucioli anche per rendere più facile la vita alle cantine nostrane dal momento che molti paesi, dall’Australia al Sud America, ne fanno un uso massiccio.
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