La General Trust Srl, che ha sede all’ultimo piano del Centro Azzurro, attraverso il legale Stefano Brandina, fa sapere che i rapporti con la Fincolor Group di Riccione erano regolati da un lecito contratto di collaborazione. Ma la guardia di Finanza e la Procura di Rimini ipotizzano invece una trama illegale, pensata per nascondere ingenti capitali in denaro e per evadere imposte dirette ed indirette in Italia. 57 milioni di euro, nascosti al fisco, 5 milioni di irpef non versata, 4 milioni e 700mila euro di Iva relativa e 320mila euro di Iva dovuta. La sammarinese General Trust, viene indicata come il fulcro di questo presunto giro di fatture, la cosiddetta societa’ “cartiera”. I fatti risalgono al 2003, quando per la prima volta le fiamme gialle concentrarono le loro attenzioni sulla Fincolor di Riccione, entrando nella sede amministrativa e sequestrando numerosi documenti contabili, amministrativi e computer. Attraverso un esperto di informatica sono stati decodificati i dati protetti da password e gli inquirenti hanno messo insieme il puzzle del presunto traffico illecito. Dall’inizio del 2006, l’azienda di Riccione non fa piu’ capo alla Fincolor, ma alla Photosi che ha assorbito con un contratto d’affitto d’azienda anche un centinaio dei circa 180 dipendenti. Sono quindici le persone indagate per questa vicenda, con l’ipotesi di reato di truffa aggravata ai danni dello stato italiano e degli enti previdenziali, omessa dichiarazione dei redditi e occultamento di scritture contabili. Tra questi anche il riminese legale rappresentante della General Trust e alcuni suoi collaboratori.
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