Il turismo balneare piange, si punta il dito sulla qualità delle offerte

Il turismo balneare piange, si punta il dito sulla qualità delle offerte.
Dopo due stagioni altalenanti, l’inizio dell’estate è stato difficile, penalizzato dal maltempo fino alla seconda metà di giugno. E a fine agosto, praticamente nove destinazioni balneari su dieci definivano la stagione molto negativa. La brutta notizia arriva da Trademark Italia, la società riminese leader nelle indagini turistiche, che ha rilevato oltre 16 milioni di presenze in meno rispetto all’anno scorso. L’indagine è stata effettuata su un campione di 1.506 operatori.
Le flessioni più significative di arrivi e presenze si sono registrate nel mese di agosto, proprio nel periodo cruciale per i bilanci aziendali. L’Emilia Romagna ha perso il 2,3% delle presenze, vale a dire 986.000 turisti. La frammentazione delle vacanze si è dunque accentuata, producendo soggiorni più brevi. In estrema sintesi, la stagione balneare 2008 si è conclusa con una chiara e secca flessione. Quasi tutte le aree turistiche costiere italiane hanno perso percentuali di traffico, di movimento, di consumi e di fatturato.
Le contrazioni del movimento turistico, secondo i maggiori esperti del settore, non sono esclusivamente imputabili alle difficoltà economiche, ma sono dipese dalla qualità dell’offerta che pare sia la causa principale delle difficoltà sul fronte del turismo balneare. Dall’indagine emerge infatti che le imprese più dinamiche, nuove o riqualificate, abbiano in molti casi guadagnato in termini di arrivi, ma anche sottratto presenze ad alberghi e residence turistici datati e a quelle strutture ricettive che negli ultimi anni non hanno aggiornato le camere e il comfort. L’indagine determina, infine, un’ulteriore minaccia: secondo il 43% degli operatori la flessione di arrivi e presenze potrebbe ripetersi anche nel 2009.

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