I pitbull a San Marino sono 4, tutti censiti all’anagrafe canina. Risponde così Emanuela Stolfi, Presidente dell’Associazione protezione animali, ai timori che le leggi restrittive, da poco tempo emanate in Italia, possano aver contribuito con cani di razza a rischio all’aumento della popolazione canina del rifugio che attualmente ospita 160 cani. Tra loro comunque non figurano pitbull, cani considerati feroci e che hanno riempito le cronache italiane degli ultimi tempi con aggressioni ad adulti e bambini. L’ultimo caso ieri a Villa Verucchio. Protagonisti due anziani coniugi e il pitbull del nipote, un maschio di tre anni. Un episodio con precedenti in Italia ma non a San Marino, come ricorda Emanuela Stolfi, dove i pitbull non hanno mai aggredito nessuno. Da 12 anni San Marino ha una legge sul randagismo e sulla conduzione dei cani di privati che possono circolare in spazi pubblici solo al guinzaglio e con la museruola se portati nei locali pubblici, sui mezzi di trasporto e in ogni luogo molto affollato e ovunque sia possibile un contatto ravvicinato con le persone. La legge inoltre prevede che ogni Castello metta a disposizione un adeguato spazio verde dove far correre i cani in libertà, indicazione disattesa in ogni realtà locale tranne che in Città dove la Giunta ha destinato un’area sotto il Parco di Montecchio che deve ancora essere attrezzata dall’Ufficio gestione ambientale. Quanto alla normativa italiana il Presidente dell’Apas non nasconde il timore che una legge restrittiva possa alimentare il randagismo e nulla esclude che i cani abbandonati, pitbull o altre razze, possano arrivare anche sul Titano.
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