Ucraina: indagini in stallo a due anni dall'omicidio del giornalista Pavel Sheremet
sull'assassinio del giornalista di “Verità ucraina”, Pavel Sheremet. Ma questi dati sono per qualche motivo secretati. I colleghi si sono riuniti nel centro di Kiev, dove l'auto del giornalista esplose due anni fa, il 20 luglio. Anche allora, il Presidente Poroshenko aveva definito l'indagine "una questione d'onore".
Quel mattino, Sheremet si precipitò in radio per andare in onda. E non sospettava che sotto il sedile della propria auto fosse stato collocato un ordigno rudimentale. Morì pochi minuti dopo l'esplosione durante il trasporto in ambulanza. All'origine dell'assassinio con ogni probabilità l'attività del giornalista in Ucraina, Russia e Bielorussia. Themadia ha descritto questo omicidio come un'esecuzione pubblica, simile all'omicidio dell'amico e politico d'opposizione russo Boris Nemtsov.
“Pavel è un giornalista unico, il solo che sappia veramente chi siano come persone Lukashenko, Putin e Yanukovich” - diceva Boris Nemtsov.
Pavel Sheremet è stato vincitore del Premio OSCE per la Democrazia e i Diritti umani in Giornalismo. Criticò aspramente il presidente della nativa Bielorussia, per le privazioni subite come cittadino, e successivamente per principio fu costretto anche a lasciare i suoi progetti nella TV russa. Negli ultimi anni si schierò a difesa della libertà dei media, vivendo in Ucraina.
Il Comitato per la protezione dei giornalisti ha dichiarato che durante l'anno l'indagine condotta per l'omicidio di Sheremet non ha prodotti risultati e si è offerto di condurre un'indagine internazionale. Ciononostante, la polizia ucraina non ha ancora indicato il nome di alcun sospettato nel caso.