Per l’ultimo saluto a Maria Antonietta Bonelli la Repubblica era presente con tutte le sue istituzioni. Dalla più alta, la Reggenza, ai Segretari di Stato, ai rappresentanti di tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio Grande e Generale, ai tanti sammarinesi che l’hanno conosciuta e stimata. I primi ad arrivare sono stati i Capitani Reggenti, Francesco Mussoni e Stefano Palmieri. Il feretro, accompagnato dai familiari, è arrivato dall’ospedale, dove Maria Antonietta Bonelli si è spenta sabato sera. E’ stata definita da tutti “il grand commis” della diplomazia sammarinese, per la sapienza e l’equilibrio che ha sempre avuto nel coniugare le esigenze del protocollo alle necessità di relazioni di un piccolo Stato. Ma la sua grande passione era la storia e alla storia ha dedicato i suoi libri. Una donna riservata e orgogliosa, tenera e ironica. I colleghi del dipartimento affari esteri – che ha diretto dal 1972 alla pensione – hanno ricordato che non era certo facile lavorare con lei. Si doveva fare i conti con un carattere forte, l’ inflessibilità nel rilevare gli errori, la critica a volte senza appello perché voleva che non venisse tralasciato nulla per rappresentare degnamente questo piccolo Paese che amava tanto. Le discussioni finivano però per dissolversi nella sua ironia bonaria e nella consapevolezza di aver imparato qualcosa di più. Grazie, le ha detto oggi il parroco di Murata. Ed è senza dubbio questo il modo migliore per salutarla.
Sonia Tura
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