Il significato della morte di Michele Zafferani sta forse raccolto in un messaggio all’ingresso della parrocchia di Murata: la famiglia chiede di destinare le offerte a favore dell’ Ente Soccorso Alpino, con la speranza di evitare future tragedie familiari.
Poche righe per raccontare la tragica fatalità, che lo ha ucciso in vacanza, insieme a un ragazzo belga, e il vuoto, il dolore che lascia.
C’è un mare di persone a dare l’ultimo saluto a Michele. Il silenzio accompagna il suo arrivo, mentre gli amici lo salutano, con gli striscioni appoggiati sul prato.
Il vescovo Luigi Negri non può essere presente e invia un messaggio: “Lasciate che io chieda al Signore – scrive – che questa vicenda tragica ci sia d’aiuto per incrementare la fede la carità e la speranza”. Poi ha inizio il rito funebre in un mare di fiori che si spezza, nelle lacrime, durante l’omelia.
Cosa si può dire a una comunità che perde un figlio di 20 anni? Don Aldo inventa un dialogo surreale, proprio con Michele: “Quali sono stati i tuoi ultimi pensieri?” domanda “Eri felice mentre sciavi? I tuoi sogni sono svaniti con te e ci hai lasciato il compiti di inseguirli?”. Ed è forse proprio Michele a rispondere attraverso il suo parroco: “La mia vita l’ho giocata – e rivolto ai genitori – sono orgoglioso di voi. Non vi lascerò mai soli”.
Sono poi due testimonianze affidate a due amici, testimonianze di vita e di sport, a strappare altrettanti applausi durante la celebrazione alla quale partecipano in tanti.
All’uscita della bara, gli amici lo aspettano, lanciano al cielo dei palloncini bianchi, i compagni di squadra invece lo salutano a modo loro, un saluto che finisce negli applausi e nel corteo funere che si avvia – mesto – verso il cimitero di Montalbo.
Poche righe per raccontare la tragica fatalità, che lo ha ucciso in vacanza, insieme a un ragazzo belga, e il vuoto, il dolore che lascia.
C’è un mare di persone a dare l’ultimo saluto a Michele. Il silenzio accompagna il suo arrivo, mentre gli amici lo salutano, con gli striscioni appoggiati sul prato.
Il vescovo Luigi Negri non può essere presente e invia un messaggio: “Lasciate che io chieda al Signore – scrive – che questa vicenda tragica ci sia d’aiuto per incrementare la fede la carità e la speranza”. Poi ha inizio il rito funebre in un mare di fiori che si spezza, nelle lacrime, durante l’omelia.
Cosa si può dire a una comunità che perde un figlio di 20 anni? Don Aldo inventa un dialogo surreale, proprio con Michele: “Quali sono stati i tuoi ultimi pensieri?” domanda “Eri felice mentre sciavi? I tuoi sogni sono svaniti con te e ci hai lasciato il compiti di inseguirli?”. Ed è forse proprio Michele a rispondere attraverso il suo parroco: “La mia vita l’ho giocata – e rivolto ai genitori – sono orgoglioso di voi. Non vi lascerò mai soli”.
Sono poi due testimonianze affidate a due amici, testimonianze di vita e di sport, a strappare altrettanti applausi durante la celebrazione alla quale partecipano in tanti.
All’uscita della bara, gli amici lo aspettano, lanciano al cielo dei palloncini bianchi, i compagni di squadra invece lo salutano a modo loro, un saluto che finisce negli applausi e nel corteo funere che si avvia – mesto – verso il cimitero di Montalbo.
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